L’infondata teoria della “sabbia del Sahara” e le fantomatiche Scie chimiche
Per ogni vittima di «malore improvviso» ci sarà chi darà la colpa ai vaccini. Similmente, per ogni calamità ci sarà pronto chi la collegherà al complotto delle Scie chimiche e della geoingegneria. Non fanno eccezione alluvioni e terremoti. Così anche il recente fenomeno delle polveri provenienti dal Sahara che stanno “ricoprendo” le nostre città deve essere inglobato nella narrazione. Come nelle ultime condivisioni Facebook, per altro frutto del riciclo di altre storie concepite due anni prima. Così la «sabbia del Sahara» risulterebbe essere invece frutto del rilascio di metalli pesanti da parte dei Governi coinvolti nella cospirazione.
Per chi ha fretta:
- Si sostiene che la sabbia del Sahara giunta in Europa sia dovuta al complotto delle Scie chimiche.
- La fonte è un articolo di due anni fa basato su analisi chimiche effettuate su campioni la cui accuratezza è incerta.
- Chi ha commissionato le analisi dell’epoca sostiene che i valori si discostano da quelli che ci aspetteremmo per la sabbia del deserto.
- Non è chiaro in che modo tale analisi dovrebbe dimostrare un’origine artificiale del fenomeno.
- La teoria delle Scie chimiche inoltre è stata già smentita innumerevoli volte, anche alla luce di precedenti analisi chimiche.
Analisi
La condivisione originale è accompagnata dalla seguente didascalia:
Nessuna sabbia del Sahara!
Analisi chimica scioccante della polvere prelevata da un’auto rivela metalli pesanti ed elementi usati per le modifiche atmosferiche che cadono dal cielo!
Laboratorio bosniaco ha trovato nichel, bario e alluminio nel campione superando di più di 700 volte il limite, insieme ad altri metalli pesanti!
Gli aerei coprono il cielo con modificatori meteo per controllare la luce solare e bloccare i raggi UV che cadono sul pianeta.
L’estate ha bisogno dei raggi UV per eliminare i virus, ma cosa succede quando i raggi UV vengono bloccati dallo spruzzo?
Čvn 13, 2022
Il contenuto in oggetto, che inizialmente non era correlato da alcuna fonte, si è rivelato essere basato su un articolo del giugno 2022 (copia cache), pubblicato da un sito di autori cechi e slovacchi denominato American European News (AE News). Vale la pena leggere la linea editoriale (il grassetto è nostro):
«Portiamo informazioni da fonti alternative – leggiamo nella descrizione del sito Web -, decifriamo eventi politici, disinformazione e propaganda mediatica […]. Qui scriviamo senza censura, senza il politicamente corretto, senza atteggiamenti servili verso problemi urgenti provenienti da casa e dal mondo».
Le «fonti alternative» sulla sabbia del Sahara
Notiamo dunque tutte le red flag tipiche di una narrazione affetta da bias complottisti. Una fonte per essere valida dovrebbe basarsi su prove. Vediamo allora quali sarebbero le «fonti alternative» riguardo alla sabbia del Sahara, per quanto relative a un contesto diverso, temporalmente e geograficamente.
Tutto parte dall’attivista bosniaco Mirnes Ajanovič, il quale raccolse campioni della polvere sabbiosa che gli automobilisti trovavano sulle loro auto. La fece quindi analizzare presso un laboratorio di Tuzla, in Bosnia. Confrontando i livelli di varie sostanze che si prevede avere la sabbia del Sahara coi livelli effettivamente analizzati, si scoprirebbe che quella non sarebbe stata reale sabbia del Sahara.
La presunta sabbia del Sahara è molto diversa da questa sabbia – riporta il sito cecoslovacco -, perché la sabbia del Sahara conosciuta, cioè quella reale, ha parametri e composizione esattamente noti, che il laboratorio ha inserito nel test e ha confrontato i valori di riferimento […] coi valori ottenuti da un campione prelevato dalla superficie dell’auto. […] La prima colonna di valori indica i valori di riferimento che dovrebbe avere la vera sabbia del Sahara, la seconda colonna mostra i valori effettivi misurati da un campione di striscio di automobile. Di seguito è possibile trovare il documento del laboratorio.
Sempre ricordando che questi risultati non c’entrano niente con la sabbia del Sahara di oggi, una domanda sorge spontanea: come è stato verificato che gli automobilisti avessero raccolto esclusivamente la sabbia in oggetto e non anche altre polveri, o residui del materiale delle stesse auto da cui sono stati raschiati i campioni? Ma la vera domanda è un’altra: i valori riportati sono forse anomali rispetto a quelli che si riscontrerebbero in natura?
Il laboratorio bosniaco ha trovato nel campione nichel – spiegano gli autori -, bario e alluminio che superavano il limite noto di oltre 700 volte, insieme ad altri metalli pesanti!
Quale limite? Rispetto a cosa? Chi si ferma a queste affermazioni potrebbe perdersi la parte nel testo in cui tali valori vengono centestualizzati. Infatti si riferiscono sempre riguardo al confronto coi valori della sabbia del Sahara (prendendo per vero che tali stime siano corrette):
L’alluminio supera il volume di riferimento nella sabbia del deserto 728 volte nella tabella – continuano gli autori -, l’arsenico supera il limite 44 volte e il bario supera il limite 660 volte. Il ferro ha superato il limite 23 volte, il piombo 8 volte, lo zinco 64 volte. Ma lo shock più grande è il valore misurato del nichel. Il volume di nichel nel campione raschiato dall’auto superava il volume di riferimento del nichel nella sabbia del deserto di ben 2.500 volte il limite normale per il nichel nella sabbia del deserto.
Insomma, la fonte usa ambiguamente questo argomento per introdurre l’argomento Scie chimiche, fenomeno che si è cercato di dimostrare mediante precedenti analisi chimiche, le quali hanno rivelato soltanto l’incompetenza di chi le ha commissionate.
Conclusioni
La fonte che dovrebbe dimostrare come la sabbia del Sahara giunta oggi nelle nostre città sarebbe frutto di operazioni artificiali nell’ambito di un complotto è in realtà una analisi eseguita due anni fa in Bosnia, dove si confrontano i valori della sabbia del deserto con quelli raccolti da dei comuni automobilisti, senza spiegare come sarebbero stati realizzati e in che modo avrebbero separato le polveri provenienti dal Sahara da quelle pre-esistenti. I valori riscontrati in generale non dimostrano un intervento umano.
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