Elezioni a Bari: chi sono Vito Leccese e Michele Laforgia, i candidati delle primarie che non si disputano più (ma non vogliono ritirarsi)
Uno figlio d’arte, l’altro l’arte della politica la padroneggia da quando era ventenne. Michele Laforgia e Vito Leccese non sono amici, ma si conoscono «da decenni», racconta il primo. I rapporti sono stati sempre ottimi. Il destino, però, ha voluto che si scontrassero per contendersi la candidatura unitaria del centrosinistra alle comunali di Bari. Almeno, questo sarebbe dovuto succedere. Poi, a tre giorni dalla consultazione dell’elettorato, una nuova inchiesta giudiziaria – la seconda nel giro di poche settimane – interseca l’amministrazione pubblica pugliese. Giuseppe Conte e Laforgia, allora, decidono che «non ci sono più le condizioni per le primarie» del 7 aprile. Il presidente del Movimento 5 stelle sostiene che non si può fidare del Partito democratico barese, visto «il contesto così contaminato».
Quindi, secondo Conte, il Pd dovrebbe convergere su Laforgia, senza riscontro degli elettori. Oppure, ognuno per la sua strada. Il Nazareno non può accettare e Leccese non ha intenzione di ritirarsi dalla corsa: «Nella mia lunga vita politica e amministrativa non sono mai stato nemmeno sfiorato da avvisi di garanzia, da indagini o da sospetti di qualsiasi tipo. E per questo non prendo lezioni di legalità da nessuno». Entrambi i candidati, al momento, restano in campo. Contestualmente, fanno la loro comparsa i cosiddetti pontieri, quelle figure che non vivono ogni giorno sotto i riflettori, ma che costruiscono scenari e riparano in privato ciò che nel pubblico si è rotto. Ci riusciranno? Arriverà l’investitura di un candidato unitario? O sulle schede dell’8 e 9 giugno leggeremo i nomi di entrambi, Laforgia e Leccese, intenti a rosicchiare lo stesso bacino elettorale, per la gioia del centrodestra?
Chi è Michele Laforgia
Sostenuto da Movimento 5 stelle, Sinistra italiana, Italia Viva, Partito socialista italiano, +Europa e altri movimenti, Laforgia nasce a Bari il 5 marzo 1962. A 25 anni è insignito della cosiddetta Toga d’Onore, in quanto primo classificato all’esame di Stato forense nel distretto della Corte di Appello di Bari. Si fa strada come avvocato penalista, fino a ottenere l’abilitazione al patrocinio davanti alla Corte di Cassazione e alle altre giurisdizioni superiori. Assume l’incarico di avvocato in alcuni dei processi più conosciuti di criminalità organizzata barese, tra cui quello istituito per l’incendio del Teatro Petruzzelli. Insegna all’Università e alla Scuola forense di Bari.
Alla politica partitica preferisce l’associazionismo e fonda La giusta causa, movimento culturale e politico «contro le ingiustizie e le diseguaglianze». Suo padre, invece, è stato un esponente di rilievo dei partiti della Prima Repubblica. Pietro Leonida Laforgia, anch’egli avvocato, ha militato nel Psdi, poi nel Psi e infine nel Pds. Da giovanissimo, ha partecipato alla fondazione del sindacato Uil. Nel curriculum politico, vanta un mandato da senatore nella XII legislatura e l’elezione da sindaco di Bari. Ironia del destino? Quella del padre di Michele è stata la prima esperienza di governo unitario del centrosinistra a Bari.
Chi è Vito Leccese
Leccese è supportato da Partito democratico, Verdi, Azione e altri movimenti. Nonostante il cognome possa trarre in inganno, nasce a Bari, cinque mesi dopo il suo rivale Laforgia. Nel capoluogo pugliese ottiene la laurea in Scienze politiche. Il suo impegno in politica inizia già durante gli anni universitari. A soli 22 anni viene eletto consigliere comunale a Bari, con una discesa in campo connotata dalle lotte ambientali. Si oppone alla realizzazione dello stadio San Nicola, quello di Italia ’90. Contestualmente all’attività politica, ha un ruolo anche in Legambiente. Partecipa all’atto costitutivo della Federazione dei Verdi e si spende nella campagna referendaria contro il nucleare. Con i Verdi, riceve l’incarico di assessore nella giunta di Bari guidata dal democristiano Enrico Dalfino. Il salto dalla politica locale al Parlamento avviene nel 1992: Leccese ha 29 anni e viene eletto con i Verdi alla Camera.
Coincidenza vuole che Leccese ricopra il ruolo di parlamentare nell’XI e nella XIII legislatura, mentre il padre di Michele Laforgia è stato senatore nella XII. Prima della seconda elezione a deputato, Leccese ottiene il seggio anche in consiglio comunale a Bari e in consiglio regionale. Si allontana dalla politica diretta nel 2001, dopo aver perso le elezioni politiche di quell’anno e in rottura con la nuova dirigenza dei Verdi. Dismessi gli incarichi elettivi, Leccese inizia a lavorare come manager nelle istituzioni. Fiera del Levante, Università di Bari, fino ai ruoli di capo di gabinetto e direttore generale del Comune di Bari. È iscritto nel Pd dal 2007 ed è il candidato su cui Antonio Decaro e Michele Emiliano hanno scelto di investire per le prossime elezioni comunali di Bari.
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