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Maria Sole Giardini, nata senza utero: «Grazie alla maternità surrogata sono diventata mamma, mi hanno trattato come una criminale»

05 Aprile 2024 - 07:45 Alba Romano
maria sole giardini maternità surrogata gestazione per altri
maria sole giardini maternità surrogata gestazione per altri
A causa di una malattia non può portare avanti una gravidanza. Ma ci è riuscita lo stesso con la Gestazione per altri

Maria Sole Giardini ha una figlia che si chiama Filomena. E ha scritto a Papa Francesco per chiedergli di riceverla «quando avrà l’età per raccontarti la storia della nostra bellissima famiglia». La storia è quella di una bambina nata con la Gestazione per Altri o maternità surrogata. Perché lei, la mamma, è fertile ma non è in grado di portare avanti una gravidanza. Perché soffre della sindrome di Mayer Rokitansky. Per questo si è rivolta alla Gpa, che il governo Meloni vuole rendere reato universale. La vicenda la racconta oggi La Stampa.

La storia

La storia comincia quando lei e il marito si mettono in fila per un’adozione: Contemporaneamente si sono messi a cercare in Italia una donna che avesse voglia di aiutarli a portare avanti una gravidanza. «La prima a offrirsi è stata mia madre che poi non ha potuto per motivi di salute. Allora con l’associazione Luca Coscioni abbiamo lanciato un appello. Hanno risposto una decina di donne: alcune abbiamo dovuto scartarle perché non avevano ancora avuto figli, altre perché erano troppo in là con l’età. Con una di loro siamo andate avanti».

Poi hanno portato in tribunale la loro richiesta: «Ci è stato risposto che finché sarà in vigore la legge 40, anche se non c’è alcuna commercializzazione, anche se la donna non vuole alcun compenso e intende solo aiutarmi, non è possibile ottenere l’autorizzazione alla Gpa in Italia. La decisione è stata presa senza ascoltare la donna che si è offerta di aiutarmi a portare avanti la gravidanza, non l’hanno nemmeno guardata in faccia».

L’utero in affitto

A quel punto è andata all’estero: «Il primo tentativo è fallito dopo due settimane perché l’impianto dell’embrione non è riuscito. Al secondo tentativo l’embrione è stato impiantato ma a un certo punto è stato comunque abortito. A quel punto io e mio marito eravamo pieni di dubbi, poi abbiamo deciso di andare ancora avanti. Al terzo tentativo l’impianto è riuscito ma non abbiamo gioito né ne abbiamo parlato con i nostri parenti. Siamo rimasti in silenzio ad aspettare finché abbiamo tenuto nostra figlia in braccio e tutte le paure si sono sciolte».

La bambina ha come secondo nome quello di Filomena come omaggio a Gallo, segretaria dell’associazione Coscioni che li ha sostenuti nella loro battaglia. Loro hanno un test del Dna che attesta che la bambina è loro figlia: «La procura ha aperto un’indagine, siamo stati indagati come dei criminali per aver fatto nascere una bambina all’estero ed essercene presi cura fin dal primo giorno. Alla fine, però, non hanno potuto fare altro che archiviare: non abbiamo commesso alcun reato».

La natura va rispettata?

E a chi le dice che la natura va rispettata Maria Sole risponde: Anche quando si ha un cancro bisogna rispettare la natura invece di curarlo? Nostra figlia è nata grazie alla scienza, a chi ha qualcosa da obiettare dico di guardare nelle loro case e di eliminare tutto quello che è frutto della tecnica». Inoltre, c’è un problema: «Il ddl Varchi che è all’esame del Senato prevede da 3 mesi a 2 anni di carcere e una sanzione da 600 mila a un milione di euro. Ma non vogliamo arrenderci. Io continuo a lottare perché venga approvata una legge che consenta la Gpa solidale in Italia senza rendere così difficile questo percorso che, se fatto volontariamente, è soltanto un enorme gesto d’amore. Quindi lo chiedo a Giorgia Meloni: posso diventare di nuovo mamma?».

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