Incendio a Roma, la caserma dei vigili del fuoco era di fronte all’appartamento del dentista Tafuri. Ma la scala dei soccorsi è arrivata dopo 23 minuti
I pompieri erano proprio davanti a casa sua, ma sono arrivati dopo 23 minuti dall’allarme: quando l’autoscala è arrivata sul posto, Ernesto Tafuri, medico 69enne molto noto a Roma come «il dentista dei vip», era già morto carbonizzato assieme ai suoi quattro gatti. Le fiamme che hanno avvolto la sua casa a Prati, un appartamento al quarto piano in via Caposile (proprio davanti al distaccamento dei pompieri), sono state domate troppo tardi. Mentre è impossibile stabilire con certezza se un intervento più tempestivo avrebbe potuto salvare la vita del dentista, è certo che qualcosa è andato storto. Ad ammetterlo, a Repubblica, sono proprio i vigili del fuoco.
La spiegazione
«Tre autoscale hanno avuto guasti e quella del distaccamento Prati è stata spostata in via Genova. E i colleghi sul posto non hanno potuto fare altro che mettersi al lavoro per sfondare la porta ma hanno impiegato circa 20 minuti», ha spiegato uno di loro. Una concatenazione di circostanze sfortunate, a partire dall’innesco dell’incendio che ha divorato l’appartamento del dentista. Una vicina e amica di Tafuri sostiene che sia stato «un incidente»: «Negli ultimi venti giorni era molto cambiato. Dal mio appartamento sentivo che spostava i mobili in casa, al telefono urlava e ce l’aveva col mondo intero. Era triste». Lo conferma anche il fratello del medico: «La sera dovevamo andare a cena con amici, negli ultimi tempi era infelice per la situazione familiare».
Chi era Ernesto Tafuri
Nonostante il successo professionale, i presunti grattacapi relazionali di Tafuri non sono gli unici problemi che dovette fronteggiare nel corso della sua vita. Il chirurgo e odontoiatra era stato coinvolto in una serie di denunce e venne arrestato dopo che gli furono trovati quattro etti di droga in casa, oltre a cinque spade e circa 500 proiettili per pistola. Il tribunale convalidò il provvedimento ma lo rimise in libertà con l’obbligo di firma in commissariato. Nel 2017 era stato denunciato alle autorità dopo un aspro diverbio con il vicino: lo avrebbe minacciato con una pistola durante una lite condominiale. Adesso sono in corso gli accertamenti della polizia, coordinata dalla Procura. Bisognerà ricostruire l’origine e la dinamica della tragedia, ma anche spiegare ufficialmente il ritardo dell’autoscala.
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