L’ombra di Jannik Sinner su Novak Djokovic, il serbo in crisi ammette: «Ora è il più forte al mondo»
L’ombra di Jannik Sinner sul primato di Novak Djokovic è sempre più incombente, mentre il serbo numero uno del ranking Atp affronta una crisi tanto tecnica quanto motivazionale dopo gli ultimi risultati sul campo. Sconfitto all’Indian Wells da Luca Nardi, Djokovic ha rinunciato al torneo di Miami. Si è aggiunto poi il divorzio dal coach Ivanisevic dopo cinque anni di successi e ben 10 Slam insieme. E poi le due sconfitte con il 22enne altoatesino, prima in Coppa Davis a novembre scorso e poi in Australia a gennaio. All’orizzonte c’è il Roland Garros e Wimbledon per ritrovare fiducia, con la certezza che c’è un grande ostacolo davanti a lui, cioè proprio il numero 2 azzurro: «In questo momento è il migliore giocatore al mondo per distacco, senza alcun dubbio», dice Djokovic in un’intervista alla vigilia del torneo di Montecarlo. «Nel 2024 ha perso un solo match e ha mostrato miglioramenti straordinari in ogni settore». Per Djokovic l’ascesa di Sinner non è certo una sorpresa, visti i segnali che aveva intercettato in lui già in passato: «Sinner colpiva forte anche prima, la palla gli usciva alla perfezione sul lato del diritto come pure su quello del rovescio. Ma a un certo punto, parlo degli ultimi sei mesi, ha saputo essere più concreto, lasciarsi più margine, fare meno errori. Così ha cominciato a vincere e non si è più fermato».
L’obiettivo stagionale
«Non ho grandi aspettative per questo torneo, non lo vinco dal 2015 e negli ultimi anni non ho ottenuto grandi risultati. E poi vengo da un inizio di stagione in cui ho giocato molto al di sotto del mio livello. È vero che mi alleno sulla terra già da due settimane, spero possa essermi d’aiuto. Ma il vero obiettivo è di essere al massimo della forma al Roland Garros». A proposito poi della scelta del nuovo coach, per ora non sembrano esserci sviluppi: «Qui mi segue Zimonjic, mi conosce da quando sono ragazzino ed è uno dei miei migliori amici. Gli ho chiesto di darmi una mano, era libero ed ha accettato, ma non abbiamo nessun accordo».
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