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Dalla magia di Mace al punk dei La Sad. Le nostre recensioni delle uscite della settimana

07 Aprile 2024 - 08:58 Gabriele Fazio

La Sad – Odio La Sad

Fa sorridere il fatto che in pochi, parrebbe, abbiano capito cosa vogliono fare i ragazzi de La Sad. Fa sorridere perché dovrebbe essere chiaro che stanno lì in rappresentanza di un mondo che ci rifiutiamo di voler accettare, come facciamo quando pensiamo che le cose storte capitino sempre agli altri e a noi mai. Ma questo universo colmo di pensieri autodistruttivi e di una spiccata sensibilità che ti porta a guardare alla vita con occhi cup, esiste. Esiste eccome, e La Sad prova a raccontarlo con l’energia di chi ha un ultimo sforzo in corpo da impegnare, col piede di un rigore al novantesimo, quello che pretende tutto ciò che ti rimane. È tutto vomitato, è tutto buttato sul tavolo senza garbo ma con grande cuore, il cuore di chi fa casino perché deve urlare anche quando parla da solo, tanto è lo sconforto, l’alienazione. Se cercate nel disco de La Sad qualcosa di comodo, rassicurante, che vi riporti al vostro mondo, che ve lo colori con acquerello, allora meglio se rispolverate la compilation del Festivalbar del ’96. Se invece avete voglia di scoprire questa nuova, triste, affascinante declinazione dello stare al mondo. Se in voi vive la curiosità di affacciarvi su un panorama sconosciuto e non per forza equilibrato, allora Odio La Sad è un album che vi piacerà molto. Apprezzerete questo compromesso storico con il pop, questo modo di raccontarsi senza alcuna presunzione, se non quella di rappresentare in musica il proprio acuto sentimentalismo. Apprezzerete la vitalità dei brani, una scoordinazione perversa, e anche l’abbraccio che inviano, il segno di pace, il messaggio di puro amore. Poi, certo, potreste anche perdere tempo a soffermarvi sul loro aspetto da bad boys o puntare il dito contro il loro essere punk o il loro non essere abbastanza punk. Ma vi perdereste pezzi vividi che non conoscono compromessi, vi perdereste una delle più riuscite versioni di Lamette della Rettore con la Rettore, vi perdereste il confronto tra La Sad e il pop tradizionale, che loro riescono a trascinare in questa loro stravagante visione musicale. Che non è punk perché sono i nuovi Sex Pistols. È punk come è punk la sensibilità, la vulnerabilità, il tormento di viverle, gli abbracci che si implorano per curarle e quelli che si concedono quando si capisce che in un certo tipo di disagio siamo tutti coinvolti.