Suora licenziata senza giusta causa, sentenza francese contro il Vaticano. «Dovete riassumerla subito e pagarle un risarcimento di 200 mila euro»
Licenziata senza giusta causa, deve essere riassunta, risarcita e re-inserita nell’ordine domenicano da cui era stata espulsa. Il tribunale civile francese di Lorient con una sentenza destinata a fare discutere ha dato ragione a madre Marie Ferréol (il cui nome civile è Sabine Baudin de la Valette), che nella primavera del 2021 fu licenziata «ingiustamente» dalla comunità domenicana di Pontcallec, vicino a Vannes dove aveva vissuto per 34 anni. Suor Marie, 58 anni, venne «esclaustrata», espulsa dal convento di notte in gran segreto e trasferita nell’abbazia di Solesmes per stare in «isolamento e penitenza», senza possibilità di comunicare con i famigliari. Le fu ordinato anche di togliersi l’abito. L’ordine portava la firma della sua superiora, di due ispettori Vaticani e del cardinale canadese Marc Ouellet, che ancora presiedeva la Congregazione per i Vescovi (l’anno dopo ha lasciato per avere compiuto 80 anni).
Il grosso del risarcimento toccherà al cardinale Marc Ouellet
Suor Marie aveva fatto ricorso a Papa Francesco, ma la sua congregazione aveva attribuito al pontefice la conferma della decisione dei suoi superiori. Nel 2023 allora ha deciso di ricorrere davanti alla giustizia francese. La sentenza giudica «infame e vessatorio» il licenziamento subito dalla domenicana, espulsa , «senza aver commesso alcun reato, sulla base di motivi che non sono stati accertati», e condanna «la comunità delle Suore Domenicane dello Spirito Santo a pagare alla suora 33.622 euro per il suo dovere di assistenza, nonché in solido con il cardinale canadese Marc Ouellet (cui spetterà il pagamento del 60% della somma, ndr) e gli ispettori nominati dal Vaticano, Jean-Charles Nault, padre abate dell’abbazia di Saint-Wandrille, ed Emmanuelle Desjobert, madre badessa di Notre-Dame de Boulaur, la somma di 182.400 euro per i danni materiali e di 10.000 euro per i danni morali, per un totale di oltre 200.000 euro». Il tribunale ha motivato la sentenza con il fatto che «ogni persona ha il diritto di conoscere la natura precisa degli atti di cui è accusata prima che le venga notificata una sanzione». Quanto all’intervento del Papa nella punizione di suor Marie, secondo i giudici «non è dimostrato da nessuna documentazione acquisita».
Alla suora negato anche un compenso minimo per vivere dopo 34 anni di lavoro
Il tribunale francese stabilisce anche che suor Marie deve tornare in servizio. Il significato però è interpretabile. La suora ha fatto l’insegnante per 34 anni in una scuola lì vicino, e probabilmente di questo servizio si tratta. Difficile che la giustizia francese possa imporre a un ordine religioso di restituirle l’abito da suora. Ma il lavoro sì e anche un trattamento economico dignitoso. Dopo il licenziamento, infatti, la suora non ha ricevuto alcun sostegno economico, salvo il pagamento del suo avvocato esperto di diritto canonico che la difendeva (6.500 euro), un assegno di 1.500 euro pagato ad aprile 2021 e uno di 5 mila euro pagato il 30 aprile 2022. Alla suora dovrà ora essere corrisposto in aggiunta un trattamento da 2.229 euro al mese per un periodo minimo di 18 mesi che le consenta di trovare una occupazione alternativa.
(in copertina il cardinale Ouellet, foto Ansa)
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