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Corrado Formigli: «Vi racconto il veto di Giorgia Meloni e Matteo Salvini sul mio programma»

08 Aprile 2024 - 06:01 Redazione
Il conduttore al debutto stasera con "100 minuti" su La7. Il conflitto d'interessi in Rai e le sfilate di ministri per le Europee

Stasera Corrado Formigli e Alberto Nerazzini debuttano con 100 minuti su La7. Si parte con l’inchiesta “Roma città aperta” sulle mafie nella capitale. Il format prevede un unico ospite: questa sera il primo sarà Nicola Gratteri, procuratore di Napoli. E oggi in un’intervista a La Stampa il conduttore di Piazzapulita parla del veto di Fratelli d’Italia e della Lega: «Lo hanno emesso Giorgia Meloni e Matteo Salvini». Mentre in Rai «con la riforma delle strutture approvata durante il governo Draghi, la responsabilità dei programmi è passata ai direttori delle macrostrutture che sono trasversali alle reti. Questo ha cancellato riserve indiane come Rai 3 dove si faceva un’informazione diversa».

Il divieto

Formigli spiega come funziona il divieto di FdI e del Carroccio: «Dai ministri ai consiglieri dei comuni più piccoli, se qualcuno vuole partecipare al mio programma deve prima chiedere il permesso dell’ufficio comunicazione dei partiti. E l’ufficio blocca la loro partecipazione impedendo alle persone il diritto di esprimersi. In Lega e Fratelli d’Italia si intende la comunicazione decidendo di andare dove vogliono loro, parlando quando vogliono loro e rifiutando di andare in contesti in cui non c’è il tappeto rosso. A me sembra una truffa, un esempio di enorme arroganza da parte del potere ai danni dei cittadini che non vengono informati in modo corretto e libero come è loro diritto».

Le Europee

Mentre riguardo la campagna elettorale delle elezioni europee «un’anticipazione l’abbiamo avuta prima delle elezioni in Abruzzo quando tanti ministri sono andati a spese dei contribuenti a inaugurare strade e a visitare scuole: gli italiani hanno pagato la campagna elettorale del centrodestra. Siamo di fronte a una vera emergenza con leader che non si confrontano, ministri che si scandalizzano se li aspetti per strada per fare una domanda. È tutto irregimentato ma non c’è bisogno di far parlare loro per fare informazione».

Il conflitto d’interesse

Anche se Berlusconi non c’è più l’ex inviato di Michele Santoro dice che il problema del conflitto d’interesse è ancora presente: «Bisogna partire da un presupposto: in Italia esiste un’anomalia che si accentua con la destra al governo. Le tre reti private di Mediaset fanno riferimento a Forza Italia e al centrodestra. Quando chi governa si prende anche la Rai – e mai se l’è presa con tanta ingordigia come sta accadendo adesso eliminando qualsiasi voce dissenziente – ci troviamo di fronte a sei reti che fanno riferimento al governo. A questa situazione di base va aggiunto che la par condicio, una legge di per sé ridicola per qualsiasi giornalista, si è imposta proprio in virtù dell’anomalia italiana».

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