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«No ai bandi con Israele», cresce la protesta nelle università: da Torino a Napoli, la petizione a Firenze di 200 prof e dipendenti

08 Aprile 2024 - 14:11 Massimo Ferraro
Da Nord a Sud, si moltiplicano le iniziative negli atenei italiani per chiedere la sospensione e il boicottaggio del bando di collaborazione del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale

Si moltiplicano in tutta Italia le manifestazioni degli Atenei contro le collaborazioni accademiche con Israele, una forma di protesta per la guerra scatenata da Tel Aviv sulla Striscia di Gaza negli ultimi sei mesi, subito dopo le stragi di Hamas del 7 ottobre scorso. La primavera delle università italiane si preannuncia caldissima, con l’università di Firenze e quella di Pisa che si uniscono alla richiesta di Torino e della Scuola Normale di boicottare il bando Maeci tra Israele e Roma. E mentre a Napoli un gruppo di studenti ha occupato il rettorato della Federico II di Napoli, mesi dopo un blitz analogo alla Orientale, a Roma si tengono flashmob e assemblee.

Gli Atenei toscani

Dopo la decisione dell’università di Torino, a cui aveva fatto seguito la Scuola Normale di Pisa, anche l’università di Firenze si è unita alla richiesta di boicottare il Bando Scientifico 2024, emesso il 21 novembre 2023 dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Oltre 200 tra docenti, assegnisti, dottorandi e tecnici amministrativi del polo universitario hanno firmato una lettere per chiedere alle istituzioni accademiche di non aderire al bando. «Serve un segnale forte di dissenso contro le politiche di Israele, convintamente sostenute dal governo italiano, per evitare un’escalation che rischia di essere senza ritorno, e contro la follia della guerra», scrivono nel loro appello, che richiama il precedente di Torino e l’obbligo di prevenire e di non essere complici in atti di genocidio secondo la Convenzione Onu del 1948. L’invito a non partecipare a iniziative di scambio è rivolto anche ai colleghi e si allarga a «eventuali progetti redatti in risposta al bando Maeci nei propri dipartimenti». In mattinata si è unito alla richiesta anche l’ateneo di Pisa. «Chiediamo all’Università di Pisa», sottoscrivono 25 tra dottorandi e assegnisti di ricerca del dipartimento di Scienze politiche, «di non partecipare al bando Maeci tra Italia e Israele, i cui ambiti di cooperazione previsti dall’Accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica riguardano lo sviluppo di tecnologie dual use, ovvero applicabili in ambito militare». Il documento fa poi riferimento alle relazioni dell’ateneo con aziende produttrici di sistemi d’arma e di sicurezza, «impiegati anche contro la popolazione palestinese», e rapporti di collaborazioni con università israeliane «che sorgono su territori occupati e che hanno strette relazioni con l’esercito israeliano». Nel testo, anche un invito a non stipulare più accordi, e interrompere quelli in corso, in ambiti di cooperazione dual use «che possono contribuire ad arrecare danno ai civili coinvolti nel conflitto in Palestina o in qualsiasi altro scenario di guerra o oppressione». Inoltre, i dottorandi chiedono di promuovere «ogni forma di collaborazione tra la comunità scientifica e studentesca in Italia e la società civile, palestinese e israeliana, che si oppone all’occupazione militare della striscia di Gaza e dei territori in Cisgiordania, nel rispetto dei principi di libertà ed eguaglianza, in dignità e diritti, di tutti i popoli».

Occupazioni a Napoli, assemblee a Roma

In giornata un gruppo di studenti del Collettivo autorganizzato universitario ha occupato la sala del Rettorato della Federico II di Napoli, srotolando uno striscione con su scritto «Stop agli accordi con Israele». E mentre il polo partenopeo entrava in agitazione, anche gli atenei romani annunciavano la mobilitazione. Il collettivo Cambiare Rotta insieme ad altri gruppi ha organizzato diverse assemblee, mostre e flashmob, sempre contro il bando di collaborazione Maeci. «Riempiamo di bandierine palestinesi la facoltà». scrivono i collettivi annunciando una giornata di sciopero e il presidio delle 15 davanti alla Farnesina. Numerose iniziative si terranno nella giornata di martedì 9 aprile negli atenei romani e davanti a diverse facoltà, da La Sapienza a Tor Vergata, da Roma Tre a Villa Mirafiori.

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