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Il gioco «molto pericoloso» della Russia con la centrale nucleare di Zaporizhzhia: «Il rischio è una nuova Fukushima»

09 Aprile 2024 - 07:36 Alba Romano
guerra ucraina russia incendio centrale nucleare zaporizhzhia
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Gli attacchi con i droni «mirati all'impianto» secondo l'Aiea. La centrale e i due scenari da incubo nucleare

La Russia sta facendo un gioco «molto pericoloso» con la centrale nucleare di Zaporizhzhia. L’attacco con i droni di ieri che ha colpito l’impianto fa crescere il rischio di un disastro atomico. Uno degli apparecchi ha impattato la struttura di contenimento del reattore numero 6, senza per fortuna causare danni critici. Ma i pericoli restano elevati. E lo scenario più probabile in caso di incidente «è quello di una nuova Fukushima». Mentre il ministro dell’energia ucraino German Galushchenko ha affermato che nelle ultime settimane la Russia ha colpito «fino all’80% delle centrali elettriche convenzionali e la metà delle centrali idroelettriche».

Gli attacchi

Domenica 7 aprile sono stati tre gli attacchi diretti alle principali strutture di contenimento dei reattori. Un drone ha colpito un camion nei pressi della mensa della centrale, causando una vittima. Un altro apparecchio kamikaze è stato abbattuto in volo: i frammenti sono finiti sulla protezione del reattore numero 6: «Il livello di radiazioni è invariato. Nessuno è rimasto ferito». Poi il drone ha colpito di nuovo il 6. Oggi i sei reattori sono tutti spenti, ma il numero 4 è in uno stato di spegnimento a caldo perché deve fornire l’energia alla città di Enerhodar, conquistata dalla Russia. L’Aiea ha chiesto lo spegnimento anche di questo reattore per avere maggiore sicurezza. Ma in tutta l’area l’attività militare mette a rishcio la centrale. Colpi di armi automatiche e artiglieria continuano a farsi sentire.

Le operazioni offensive

Tanto che il think tank Usa Institute for the Study of War avverte che le truppe russe stanno accelerando le operazioni offensive lungo tutta la linea del fronte. Mentre l’Ucraina continua a soffrire la mancanza di munizioni. Per questo il direttore dell’Aiea Rafael Mariano Grossi ha lanciato l’allarme: «È un’azione gravissima, pianificata, un attacco militare diretto, non è stato un errore e neppure una messinscena per accusare la controparte. Hanno usato deliberatamente i droni per colpire nel perimetro della centrale. Per la prima volta da novembre 2022 la più grande centrale nucleare d’Europa è stata direttamente presa di mira in un’azione militare. È intollerabile». E quindi «si tratta di una grave escalation dei pericoli per la sicurezza nucleare di questo impianto. Tali attacchi sconsiderati aumentano significativamente il rischio di un grave incidente nucleare e devono cessare immediatamente».

La centrale

Il Quotidiano Nazionale ricorda oggi che i sei reattori VVER-1000 di Zaporizhzhia sono di un’altra generazione rispetto ai famigerati RBMK di Chernobyl. Come protezione hanno un edificio di contenimento con mura di cemento armato spesse 120 centimetri. Che dovrebbero resistere anche a colpi di artiglieria pesante. Ma non a un bombardamento. In teoria potrebbero reggere anche alla caduta di un aereo. All’interno ci sono ottanta tonnellate di combustibile più quello “spento”: 2 mila tonnellate di rifiuti radioattivi. Un incidente come quello di Chernobyl è impossibile.

Due scenari da incubo nucleare

Ma altri due scenari invece non lo sono. Il primo è la rottura del contenimento con danneggiamento del reattore: si disperderebbe il combustibile nucleare in aria. E arriverebbe a toccare Romania, Moldavia e Russia. Oppure potrebbe succede quello che è accaduto a Fukushima: interruzione delle linee elettriche e blocco dei generatori diesel che servono a raffreddare il combustibile anche a reattori non accesi. Anche se l’installazione dei ricombinatori a idrogeno (proprio dopo l’incidente in Giappone) può mitigare il rischio di formazione di una bolla di idrogeno.

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