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Nuova bufera su comune di Bari e Regione Puglia: arrestato l’ex assessore regionale Alfonso Pisicchio

10 Aprile 2024 - 21:31 Ugo Milano
Secondo gli inquirenti, avrebbe utilizzato «la sua influenza politica per una gestione clientelare del suo ruolo, con favoritismi per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale»

Alfonso Pisicchio, ex assessore della Regione Puglia, e suo fratello Enzo Pisicchio, sono stati posti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della procura di Bari su possibili episodi di corruzione in relazione a tre gare d’appalto. In totale sono sette le persone destinatarie di una misura cautelare: una è in carcere, quattro agli arresti domiciliari, due sono destinatarie del divieto di esercitare le attività professionali per 12 mesi. I reati contestati all’ex assessore regionale Pisicchio sono, tra gli altri: corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale, turbata libertà degli incanti.

Le indagini

Secondo l’accusa, scrive La Gazzetta del Mezzogiorno, i fratelli Pisicchio avrebbero ricevuto 156mila euro per sé stessi e per il partito Iniziativa Democratica, una delle liste a supporto della coalizione di centrosinistra che ha vinto le elezioni regionali nel 2020. A dare loro i soldi, sotto forma di consulenze fittizie, sarebbero state alcune aziende riconducibili all’imprenditore Giovanni Riefoli, anche lui finito ai domiciliari. I due fratelli Pisicchio sono sospettati anche di aver truccato un appalto per l’affidamento della riscossione della Tari a favore della Golem Plus in Rti con Creset e Arca Servizi.

I due fratelli Pisicchio

In cambio, Enzo Pisicchio avrebbe ottenuto alcuni mobili, un cellulare, un tablet e l’assunzione fittizia della figlia. Suo fratello Alfonso avrebbe utilizzato invece «la sua influenza politica e le sue relazioni per una gestione clientelare del suo ruolo, con favoritismi per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale, mediante assunzioni nelle imprese favorite o avvantaggiate di persone che assicurano il voto e che avevano militato anche nel suo partito». Il fratello Enzo, scrive la gip nell’ordinanza firmata oggi, avrebbe agito «quale esecutore delle direttive» del fratello e «quale schermo per impedire di risalire al ruolo e al contributo di Alfonsino». Aggiunge la gip del tribunale di Bari, Ilaria Casu: «Le vicende esaminate hanno mostrato l’ampia capacità dei due indagati di sfruttare le relazioni costruite nel tanto tempo in ambito regionale e comunale per pilotare l’azione amministrativa e trarne vantaggio personale».

Le dimissioni poco prima dell’arresto

Questo pomeriggio, poco prima della notizia del suo arresto, Alfonso Pisicchio aveva annunciato di voler lasciare l’Arti, l’agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione. La Giunta regionale ha quindi nominato commissario straordinario Cosimo Elefante, dirigente della Regione Puglia. La notizia del suo arresto non fa che allargare il terremoto giudiziario che nelle scorse settimane si è abbattuto sul comune di Bari e sulla Regione Puglia. A fine marzo, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha deciso di inviare una commissione di accesso nel capoluogo pugliese dopo l’indagine sul sistema mafioso locale che ha coinvolto anche una consigliera di maggioranza e alcune municipalizzate.

In copertina: L’ex assessore regionale Alfonso Pisicchio (ANSA)

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