Bianca Santi: «Io, da commessa a sex worker. Ma la società non mi accetta perché è patriarcale»
Bianca Santi a Torino ha fondato con il socio Morgan Larsen “Primogemito”, un format che mixa eventi culturali, serate clubbing e sex party. Ha lavorato prima come commessa. Ora è passata al sex working. E oggi racconta all’edizione torinese di Repubblica la sua storia: «Ho iniziato un po’ per caso con il mio ragazzo all’epoca e poi da sola. Studiavo antropologia e lavoravo come commessa, ma quando ho iniziato a vedere un guadagno consistente derivante da quello che facevo in cam, ho messo da parte tutti i miei piani. Ho aperto account su varie piattaforme e ho iniziato a sperimentare. Dopo pochi mesi è diventato un lavoro».
Un lavoro
Santi dice che la maggior parte dei suoi amici «ha accettato e non giudicato, vede quello che faccio per quello che è: un lavoro. Quasi tutti sono rimasti. Ho fatto più fatica con le relazioni sentimentali: all’inizio tanti ragazzi sostenevano che la mia professione non fosse un problema, ma poi…». L’ha detto anche alla sua famiglia: «Certo mia madre non si aspettava questo da me, ma ha capito che è un lavoro. Non mi chiedono molto perché “don’t ask, don’t tell”, ma lo hanno accettato». Mentre la società fa fatica ad accettare il sex work «perché è una società sessuofobica e patriarcale: se una donna prende possesso del suo corpo e decide in autonomia cosa farne è additata come puttana. Non si può parlare di sesso, anche se tutti lo fanno, oppure se ne parla male».
Leggi anche:
- La content creator Matilde Manucci: «Su Onlyfans pagano 2 mila euro per un video. Il lavoro dipendente mi opprime»
- Lo psicologo e le giovani su Onlyfans: «I ragazzi vogliono essere influencer per colpa degli adulti»
- Evasione fiscale e influencer, chi sono Giulia Ottorini ed Eleonora Bertoli: il boom su TikTok e Onlyfans, le spacconate sui soldi spesi