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Esplosione alla centrale idroelettrica di Suviana: il collaudo, lo scoppio e il cattivo odore sentito dagli studenti in gita a Bargi

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Gli operai al lavoro sulla revisione di una valvola rotativa. Lo scoppio durante la prova di messa in esercizio

È di tre morti, cinque feriti e quattro dispersi per ora il bilancio dell’esplosione alla centrale idroelettrica di Bargi sul lago di Suviana. La strage è stata causata da una turbina a circa 40 metri sotto il livello dell’acqua mentre si stava svolgendo una manutenzione programmata da temo. Lo scoppio è avvenuto durante la prova di messa in esercizio, che doveva precedere il collaudo. La revisione complessiva del “Gruppo 2” di produzione dell’impianto gestito da Enel Green Power riguardava la valvola rotativa, l’adeguamento del sistema oleodinamico, la sostituzione dei quadri elettrici e dei trasformatori. L’appalto della manutenzione è in carico ad Abb e a Siemens. L’esplosione ha causato il collasso del solaio tra l’ottavo e il nono piano. Che ha provocato la rottura dei condotti di refrigerazione. Allagando l’intero piano.

Le cause

Erano dodici gli operai della squadra che stava lavorando alla manutenzione della centrale. Erano tutti dipendenti di ditte esterne. Tra queste proprio Abb e Siemens. Le ipotesi sulle cause dell’esplosione, spiega oggi Repubblica, sono tre. Una è che durante la manutenzioni alcune componenti della turbina siano state montate in modo sbagliato. La seconda è quella di una manovra azzardata proprio durante il pre-collaudo. La terza è che lo scoppio sia in qualche modo collegato all’uso di materiali scadenti usati nei lavori di manutenzione. Per questo gli investigatori stanno già verificando se le ditte abbiano rispettato i capitolati d’appalto. L’impianto di Bargi è posizionato a monte di Suviana nel comune di Camugnano. Si tratta della centrale idroelettrica più potente dell’Emilia-Romagna: ha una capacità installata di 330 megawatt.

Struttura telecontrollata

La realizzazione della centrale idroelettrica di Suviana risale agli anni Trenta. E la sua costruzione all’epoca aveva causato la morte di 13 operai oltre a una innumerevole quantità di infortuni. L’impianto di Bargi invece risale al 1975. Lo ha costruito l’Enel. La centrale attinge l’acqua dal bacino del fiume Brasimone. La Stampa spiega che si tratta di una centrale che in funzione delle esigenze riesce a scambiare notevoli volumi d’acqua tra i due bacini che la servono. Durante le ore di massima richiesta l’acqua si utilizza per produrre energia. Nelle ore di minimo carico ripompa l’acqua da Suviana al Brasimone. Una sua caratteristica è che l’impianto è telecontrollato. Non ha bisogno cioè di personale in presenza. Ma sono presenti squadre di manutentori. Sono composte in media da cinque o dieci persone.

Le due turbine

La centrale di Bargi è di tipo a pozzo. La dimensione è di 61 metri per 37 a pianta rettangolare. È alta 54 metri. A farlo funzionare ci sono due turbine costruite da Riva Calzoni e da De Pretto Escher Wiss. Una delle due è esplosa. Entrambe erano collocate all’ottavo piano, hanno una potenza di 165 megawatt l’una e pompano 47 metri cubi di acqua al secondo verso il lago Brasimone. La valvola rotativa di ogni turbina ha un diametro interno di 2.30 metri e pesa 160 tonnellate. Un impianto idroelettrico, spiega il Corriere della Sera, è costituito dalla diga che crea il relativo invaso o lago artificiale, dalle condotte forzate che incanalano l’acqua verso la turbina, dalla centrale idroelettrica con i gruppi di generazione dell’energia costituiti dal complesso turbina-alternatore.

Gli studenti in gita prima dello scoppio

La centrale di Bargi ha la particolarità di essere in grado di scambiare a seconda delle esigenze i volumi d’acqua tra due bacini. Lo fa sfruttando una conduttura che sfrutta i 384 metri di dislivello tra i due invasi. Ieri, fa sapere il Quotidiano Nazionale, in visita nel parco poco distante c’era una sessantina di studenti delle scuole medie Muratori di Vignola. Un cattivo odore che si era sparso in zona ha fatto spostare l’intero gruppo che è partito con mezz’ora di anticipo verso Rocchetta Mattei, seconda tappa della gita. Proprio da lì studenti e professori hanno sentito l’esplosione. Tra gli aspetti ancora da chiarire della dinamica ce n’è uno riportato dall’agenzia di stampa Ansa: pare che prima dell’esplosione si fosse sentito un rumore strano che ha spinto alcuni lavoratori ad allontanarsi.

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