Diga di Suviana, la lunga notte dei soccorsi alla ricerca dei dispersi. Aperta inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo
Una lunga notte aspetta un centinaio di vigili del fuoco, impegnati nelle operazioni di ricerca dei superstiti dell’esplosione della centrale idroelettrica di Suviana. Le speranze di trovarli vivi sono poche. Per aiutare il lavoro dei soccorritori è stato abbassato il livello del lago. Di circa un metro, ma nelle prossime ore potrebbe abbassarsi ancora, ha spiegato la vicepresidente della regione Emilia-Romagna, Irene Priolo. I dispersi sono 4: tre i morti accertati e cinque i feriti. Enel, che in queste ore ha espresso profondo cordoglio per quello che è accaduto, ha incaricato una ditta specializzata con delle «idrovore per togliere acqua dalla vasca in cui si stanno eseguendo le operazioni», sottolinea Priolo. «Stiamo lavorando in condizioni davvero molto complesse e difficili, il piano meno 8 era asciutto adesso ha 50 centimetri di acqua, stiamo riconsiderando l’intervento anche valutando le considerazioni di sicurezza», ha detto Luca Carli, responsabile della comunicazione dei pompieri. La situazione è di pericolo per gli operator e «particolarmente ostica: l’acqua sta salendo e le squadre di ricerca stanno lavorando al di sotto del livello del lago con l’acqua che entra». Entro questa sera, ha informato Calogero Turturici, comandante provinciale dei Vigili del fuoco, sono riprese le operazioni di ricerca massiva all’interno dei piani meno 8, meno 9 e meno 10. Per farlo, spiega, è stato stabilizzato il rischio idraulico all’interno del pozzo. «C’era una condotta premente che poteva essere un rischio inaccettabile per gli operatori di soccorso», ha sottolineato il comandante. Disastro colposo e omicidio colposo: questi i reati ipotizzati nel fascicolo aperto dalla Procura di Bologna sull’incidente nella centrale idroelettrica di Bargi. Del caso si stanno occupando il Procuratore capo Giuseppe Amato e il pm Flavio Lazzarini.
«Superstiti? Un miracolo»
«Non chiudiamo la speranza, ma la situazione che vediamo non ci fa sperare molto e non ci attendiamo in giornata di avere risultati: l’area ha subito una esplosione, un incendio, un crollo e poi un allagamento. I sommozzatori in acqua non riescono a vedere oltre, toccano con le mani. Chiarite le cause dell’ingresso dell’acqua cercheremo di riprendere a pieno ritmo», ha dichiarato invece il responsabile della comunicazione dei pompieri Luca Cari. Le operazioni si sono concentrate principalmente ai piani -8 e -9. «La speranza è d’obbligo soprattutto per chi sta facendo le ricerche, noi abbiamo come intenzione quella di trovare persone in vita, ma oggettivamente però è uno scenario che non ci rende ottimisti, la situazione è veramente drammatica». Trovare superstiti, spiega, «siamo nel campo dei miracoli».
La testimonianza
«Ho visto la fiammata e poi il fumo, ho sentito lo scoppio. Io tutto bene ma purtroppo è successo questo». Questo il racconto che un superstite della strage di Suviana, Pierfrancesco Firenze, ha fatto alla moglie, Emilia Ferdighini. «Era fuori con altri due suoi colleghi. Hanno visto questa fiammata e poi il fumo, ha sentito uno scoppio. Era un po’ sotto choc: si conoscono un po’ tutti qua», aggiunge la donna. Suo marito, spezzino come la famiglia, vive nella casa dell’Enel in cima alla diga di Suviana. «Non capivo cosa fosse successo – racconta ai giornalisti Ferdighini – l’ho appreso dal telegiornale. Sapendo che lui è qua, che lavora qua ero un po’ spaventata». «Era un po’ sotto choc. È un dipendente dell’Enel. Si conoscono un po’ tutti qua non sono in tanti», ha spiegato la donna.
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