Pisicchio, il fratello Enzo e quei «favori fatti per consenso elettorale». La procura vuole far luce sui soldi spesi per la festa di laurea della figlia
Per far ottenere alla BvTech spa un finanziamento regionale di 9 milioni (il 50% dei 18 milioni previsti) come contributo per l’investimento in Puglia delle Grandi imprese, l’allora assessore all’Urbanistica della Regione Puglia, Alfonsino Pisicchio, e suo fratello Enzo, arrestati ieri, avrebbero concordato uno scambio di utilità. Nelle intercettazioni è chiamato “contratto di programma”. L’accordo? Assunzione dei famigliari, come Natale e Rebecca, figli rispettivamente di Alfonsino e Enzo e militanti politici, il pagamento di iniziative elettorali di Alfonsino e la festa di laurea di Rebecca Pisicchio, figlia di Enzo. Questi i nuovi dettagli dell’inchiesta in cui è coinvolto l’ex assessore regionale. A luglio 2020 le Fiamme Gialle trovarono nell’abitazione del fratello 65mila euro in contanti, celati in una busta di rifiuti in balcone. Nella perquisizione furono trovate anche delle fatture della Bv Tech. Secondo gli inquirenti Pisicchio percepiva soldi dall’azienda in cambio di una mano con gli appalti pubblici. Il denaro sarebbe stato portato con «un sistema di fatturazione di operazioni inesistenti tra la Progesi Spa (del gruppo Bv-Tech) e la Plus Innovation». Nel mirino – spiega la Gazzetta di Mezzogiorno che ricostruisce la vicenda – c’erano tre appalti, uno del Comune di Bari, uno di Aeroporti, uno di alcuni ospedali pubblici. Dopo le perquisizioni di luglio 2020 non si è più saputo nulla, ma nemmeno si è mai saputo di una archiviazione del fascicolo.
La festa di laurea della figlia e quel pagamento nell’ordinanza del gip
I provvedimenti di arresto sono stati firmati dal gip Ilaria Casu su richiesta della Procura Oltre all’ex assessore regionale Alfonsino Pisicchio e il fratello Enzo (presidente del partito Iniziativa Democratica), coinvolgono il broker Cosimo Napoletano, 58 anni di Monopoli, in carcere. Ai domiciliari c’è il dirigente comunale Francesco Catanese, barese 59enne, e l’imprenditore Giovanni Riefoli, 58 anni originario di Barletta ma residente a Bari. Interdetti dall’attività professionale per 12 mesi Vincenzo Iannuzzi e Grazia Palmitessa. Nell’ordinanza, riportata dal Corriere della Sera, la gip evidenzia «la gravità delle sue condotte, la spregiudicatezza mostrata nella commissione dei reati finalizzata a soddisfare un incontenibile appetito di utilità», spiegando che le utilità sono «pc, telefonini, mobilio per la casa, la finta assunzione di sua figlia, pagamento per mano di Riefoli della festa di laurea di sua figlia, ingenti somme di denaro contante». «Le vicende esaminate hanno mostrato l’ampia capacità dei due indagati di sfruttare le relazioni costruite nel tanto tempo in ambito regionale e comunale per pilotare l’azione amministrativa e trarne vantaggio personale», prosegue la gip. La Gazzetta del mezzogiorno spiega che gli inquirenti vogliono far luce sull’assunzione di Rebecca Pisicchio, sugli oltre 1500 euro spesi per l’auto affidata alla stessa ragazza, gli 839 euro per un iPhone 11, un iPad da 359 euro e i mobili della cucina per un valore di 14mila euro.