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Usa, Biden: «Mi aspetto un attacco dell’Iran verso Israele. Non lo facciano». Tajani in contatto con le ambasciate italiane in Medio Oriente – Il video

12 Aprile 2024 - 23:44 Redazione
Si ipotizza un raid imminente con droni e missili da parte di Teheran, dopo l'attacco israeliano del 1 aprile contro il consolato iraniano a Damasco. Dopo Washington, anche Parigi, Berlino e l'Italia sconsigliano viaggio in Medio Oriente

L’allarme per un possibile attacco dell’Iran su Israele i sta facendo sempre più concreto. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avuto oggi conversazioni telefoniche con gli ambasciatori d’Italia a Tel Aviv, Beirut e Teheran, e con il console a Gerusalemme. Il titolare della Farnesina ha rinnovato a tutti i cittadini italiani la richiesta di evitare viaggi non essenziali e ha verificato i collegamenti con i cittadini residenti o attualmente nella regione. Le ambasciate hanno predisposto ulteriori misure per rafforzare la protezione del personale, dei connazionali e delle sedi. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato di aspettarsi che l’Iran tenterà di colpire Israele a breve termine come ritorsione per un attacco in Siria, e ha avvertito Teheran di non attaccare. «Non voglio entrare nel merito di informazioni sicure, ma mi aspetto che l’Iran tenti di colpire Israele nel breve termine, più prima che dopo. Non attacchi Israele», ha avvertito Biden. Gli Stati Uniti, ribadisce, aiuteranno Israele a difendersi.

Intanto da Israele hanno dichiarato che 40 lanci di razzi sono stati identificati dal territorio libanese verso il nord del Paese. «Alcuni sono stati intercettati, il resto è caduto in aree aperte». Al Jazeera riporta che Hezbollah ha rivendicato di aver sparato contro «posizioni di artiglieria nemica a Zaoura con dozzine di razzi Katyusha a sostegno dei palestinesi a Gaza».

Una giornata di tensione

Mentre al confine con il Libano tornano a suonare le sirene dopo 48 ore di silenzio, dagli Stati Uniti è il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby ad avvertire sulla possibile rappresaglia iraniana, dopo l’attacco di Israele il 1 aprile a Damasco contro il consolato di Teheran, in cui è stato ucciso un importante generale dei Pasdaran: «La minaccia dall’Iran contro Israele è ancora presente, reale e credibile. Gli Stati Uniti faranno di tutti per aiutare gli israeliani a difendersi». Attacco che fonti americane alla Cbs indicano come imminente, con l’impiego di 100 droni e decine di missili che verrebbero impiegati per colpire obiettivi militari israeliani. Il Wall Street Journal, citando fonti dell’intelligenze statunitense, ha riferito che Israele si sta preparando a un diretto nelle prossime 24-48 ore, che potrebbe essere diretto sia contro il sud sia contro il nord del Paese. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant assicura: «Siamo pronti a difenderci sul territorio e in aria, in stretta cooperazione con i nostri partner. Sappiamo come rispondere. I nostri nemici – ha aggiunto Gallant – pensano di poter separare Israele e gli Usa, ma è vero il contrario: ci stanno unendo e rafforzando i nostri legami. Stiamo fianco a fianco».

Hamas non vuole proseguire i negoziati

I negoziati in Qatar, dopo il flebile spiraglio di luce filtrato negli ultimi giorni, sembrano di nuovo a un punto morto. A raffreddare le speranze di chi ancora spera in una tregua in Medio Oriente arrivano le indiscrezioni dei media libanesi. Secondo Al-Akhbar, Hamas sostiene che Israele non ha nessuna intenzione di soddisfare le richieste portate al tavolo dai propri mediatori a Doha, «non vuole facilitare un accordo che assicuri un cessate il fuoco effettivo e la fine della guerra», e neanche le pressioni internazionali sono in grado di modificare la situazione. «La leadership di Hamas ha informato i mediatori di non essere interessata ad ulteriori discussioni sull’accordo», riferisce il media israeliano Ynet, «finché non ci saranno progressi nelle sue richieste per la fine della guerra e il ritiro dell’esercito dalla Striscia di Gaza». Il nuovo stop arriva a poche ore dall’uccisione di tre figli di Ismail Haniyeh, il leader di Hamas, da parte dell’esercito israeliano. Dopo aver appreso la notizia, il suo staff aveva confermato che la posizione del suo partito non sarebbe cambiata in alcun modo e che le richieste sarebbero rimaste le stesse: cessate il fuoco permanente, ritorno degli sfollati nelle loro case, eliminazione delle restrizioni alla circolazione e all’ingresso degli aiuti umanitari. Solo allora, il completo rilascio degli ostaggi israeliani. Intanto il ministero della Salute di Hamas ha diffuso un ulteriore bollettino sulle vittime nella Striscia: 33.634 morti in sei mesi di conflitto, con 76.214 feriti.

Parigi e Berlino sconsigliano viaggi nella regione

Rimane poi ancora alta la tensione sul fronte iraniano. Teheran ha ribadito che ha intenzione di «punire Israele» per l’attacco all’ambasciata iraniana in Siria. Tel Aviv ha alzato il livello di allerta, e oggi è trapelata da fonti. «Quando il regime israeliano viola completamente l’immunità degli individui e delle sedi diplomatiche andando contro al diritto internazionale e alla Convenzione di Vienna, la legittima difesa è una necessità», ha dichiarato il ministro degli Esteri Amirabdollahian. A causa del rischio di una nuova escalation nel conflitto, Washington ha imposto delle limitazioni agli spostamenti dei diplomatici americani e dei loro familiari in Israele. Dopo gli Usa, Parigi e Berlino hanno ufficialmente sconsigliato ai propri connazionali di viaggiare nella regione. Il ministero degli Esteri tedesco ha chiesto ai cittadini di evitare i viaggi in Iran, Israele, Libano e Palestina, e chiesto ai propri cittadini in Iran di lasciare il Paese. Una preoccupazione condivisa anche dal ministero omologo francese, che ha invitato i cittadini ad astenersi da viaggi in Iran, Israele, Libano e Territori palestinesi.

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