Omicidio di Aosta, il legale di Sohaib Teima: «Non era in fuga e non ha precedenti, non ha il profilo di un criminale»
Non era in fuga quando la polizia francese lo ha identificato e fermato a Lione, né il suo profilo è compatibile con quello di un criminale. Così l’avvocato di Sohaib Teima prova ad allontanare dal suo assistito i sospetti sull’efferato femminicidio nel Valdostano. Il 21enne, originario di Fermo con triplice cittadinanza italiano-egiziano-marocchina, è stato preso in custodia dalla polizia d’Oltralpe il 9 aprile scorso, «gravemente indiziato» dell’omicidio di Auriane Nathalie Laisne. Il corpo della 22enne è stato scoperto 5 giorni prima abbandonato senza vita in una cappella sconsacrata in una frazione di La Salle, in Valle d’Aosta. L’ipotesi degli investigatori è che abbia ucciso la giovane accoltellandola alla gola e all’addome, per poi trascinare il corpo all’interno della chiesa, tra il 26 e il 27 marzo. Diverse e tutte da vagliare le ricostruzioni fornite dai testimoni che li avrebbero visti insieme nelle ore precedenti alla morte della giovane. Ma intanto il legale del 21enne, Julien Paris, al quotidiano francese Le Dauphiné Libéré ha voluto allontanare i sospetti dal suo assistito. «Non era in fuga», ha ripetuto all’Ansa, «non si nascondeva, era con la famiglia, in Francia. Vive a Grenoble per i suoi studi, è una persona che non ha assolutamente il profilo di un delinquente».
Tra Fermo e Grenoble
Sohaib Teima, nato a Fermo nelle Marche da padre egiziano e madre marocchina, da anni non viveva più in Italia e si era trasferito stabilmente a Grenoble. «È venuto in Francia per studiare, così mi ha detto. Ha lavorato nella ristorazione per pagarsi gli studi. Non ha il profilo di un delinquente», ha dichiarato ancora il legale. Il ragazzo studia da dentista e ha frequentato l’istituto professionale di odontotecnica a San Benedetto del Tronto, poi si è trasferito in Francia, per continuare gli studi. Spesso però tornava a Fermo a far visita ai familiari, lo scorso anno ad esempio si è fermato per oltre un mese. Gli amici di allora, come riferisce Ansa, lo descrivono all’apparenza «tranquillo, alla moda, sorridente», difficile per loro ipotizzare ciò di cui gli investigatori lo accusano. «Non ha precedenti penali», si affretta ad aggiungere l’avvocato. Il 21enne era però ricercato dalle autorità – italiane e francesi, ha dichiarato il procuratore di Grenoble, Eric Vaillant – dallo scorso marzo, quando aveva fatto perdere le sue tracce in seguito a un’indagine per maltrattamenti in famiglia. E il 13 gennaio scorso aveva ricevuto una notifica di divieto di avvicinamento nei confronti della ragazza. «Dobbiamo dividere i due casi», ha precisato Paris, «c’è quello della Valle d’Aosta per il quale non abbiamo che gli elementi diffusi dalla stampa, e quell’altro per cui dovrà essere giudicato il 3 maggio e che riguarda fatti “correzionali”. Il mio timore è che il tribunale penale di Grenoble assuma le sembianze di una Corte d’assise il 3 maggio. L’ombra della Valle d’Aosta non deve arrivare su questa udienza, sulla serenità del dibattito, sulla sua presunzione di innocenza e perché, fino ad ora, pochi elementi del procedimento italiano sono arrivati a noi». Intanto le autorità italiane hanno avviato le pratiche per chiedere l’estradizione in Italia: il giovane comparirà giovedì 18 aprile davanti ai giudici della Chambre de l’instruction della Corte d’appello di Grenoble, che dovranno esprimersi sulla consegna all’Italia.