Una sfida su TikTok dietro la morte di Auriane Nathalie Laisne ad Aosta? L’ipotesi della polizia francese
C’è una sfida su TikTok dietro la morte di Auriane Nathalie Laisne in una cappella a La Salle in provincia di Aosta? Dal 10 aprile è in arresto in Francia Sohaib Teima, nato a Fermo nelle Marche da genitori egiziani, ricercato in Francia da mesi e sospettato dell’omicidio della ragazza. Le indagini del pubblico ministero Manlio D’Ambrosi hanno ricostruito gli spostamenti della coppia. Le testimonianze li hanno descritti «in abiti dark, come due vampiri» intenti nella pratica dell’Urbex, ovvero il turismo dei luoghi abbandonati. In particolare i due cercavano una casa dei fantasmi che si trova a Derby, vicino a La Salle. E la Cnn ha delineato un’ipotesi convergente sulla base delle informazioni ottenute dalla polizia francese. Ovvero che i due forse si sono mossi per una challenge di moda in Francia. Ovvero proprio la caccia ai fantasmi.
La challenge e l’omicidio
La sfida potrebbe essere connessa all’omicidio. Anche per l’ipotesi che sia stato Teima a usarla per portare la ragazza in Italia e quindi ucciderla. Gli inquirenti lavorano infatti sull’ipotesi della premeditazione. Come ha spiegato il procuratore facente funzioni Luca Ceccanti l’italo-egiziano voleva «annientare» Auriane in quello che sembra un classico femminicidio. Il procuratore non ha comunque mai citato alcuna sfida social, né in particolare TikTok. La coppia è arrivata in Italia il 25 marzo passando attraverso il Traforo del Monte Bianco. I carabinieri pensano che il delitto sia stato commesso tra il 26 e il 27. Poi Sohaib ha fatto sparire cellulare e documenti della ragazza. E avrebbe anche messo il corpo in posizione fetale per depistare le indagini. Teima, nonostante la denuncia per maltrattamenti, continuava a frequentare la ragazza e a «controllarla». Tanto da spingerla a venire in Italia con lui. Per poi tornare in Francia sempre attraverso il Traforo.
«Era con due cugini»
Secondo Repubblica quando è stato arrestato l’italo-egiziano «era con due cugini e sembrava molto sereno». Lui faceva la spola tra Fermo e la Francia sub-orientale per andarla a trovare. Il 26 marzo i due si trovavano nel bar Papagran dopo essere arrivati con un Flixbus al Traforo e averne presi altri per Courmayeur. Hanno ordinato brioche. «Non mi do pace. Quel giorno sono stato un’ora seduto davanti a lei a mangiare. Lui si è alzato, è stato 20 minuti in bagno. Perché lei non mi ha chiesto aiuto se era in difficoltà?», dice al quotidiano Marco, 36 anni, titolare di una ditta di pulizie della zona. Invece Auriane è rimasta seduta al tavolo. Il cappuccio di una felpa nera le nascondeva la testa mentre teneva gli occhi sul cellulare. Ha atteso finché il ragazzo non è tornato. Poi i due sono andati al supermercato per comprare due confezioni di sushi. E sono saliti sul bus per fermarsi alla chiesa dove lei è stata uccisa.
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