L’Università di Torino deve risarcire gli studenti che hanno pagato troppe tasse: «Succede anche nelle altre»
Il Consigli di Stato ha stabilito che l’Università di Torino deve risarcire 39 milioni di euro agli studenti iscritti nell’anno 2018. Perché ne ha incassati troppi: 94 milioni. Secondo la legge infatti la tassazione degli iscritti non può superare il 20% del Fondo ordinario. E se un ateneo riceve una somma X dallo Stato non può chiedere più del 20% di X agli studenti. Ma c’è di più: secondo le stime dell’Unione degli universitari sui bilanci preventivi del 2023, ben 18 atenei italiani su 59 superano la soglia del 20%. Nel 2015, quelli “fuorilegge” erano 33. E secondo l’Udu, «le tasse non sono diminuite, ma è aumentato il Fondo ed è stata estesa la no tax area: oggi meno studenti pagano più tasse. Per cui il tetto del 20% va rivisto».
Atenei fuorilegge
«L’obiettivo principale del nostro ateneo è stato, e continua ad essere, assicurare il diritto allo studio a studentesse e studenti con una prospettiva sempre più aperta e inclusiva», spiega a Repubblica il rettore Geuna. Le tasse negli ultimi anni sono scese «da una media di 1.180 euro pro capite nel 2017/2018 a 1.120 euro già nel 2018/2019, fino a 960 euro nel 2022/2023». E ricorda che il suo ateneo ha ampliato la no tax area per gli studenti meno abbienti fino a un Isee di 23 mila euro. «L’università di Torino, purtroppo, non è un’eccezione», dice Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu. Perché gli atenei «hanno snaturato la loro funzione e posto un’illegittima barriera economica all’accesso al diritto allo studio garantito dalla Costituzione». Secondo le stime dell’Udu, basate sui bilanci preventivi del 2023, ben 18 atenei su 59 superano la soglia del 20%. Nel 2015, quelli «fuorilegge» erano 33.
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