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Quattro youtuber nel mirino della finanza: «4,5 milioni evasi». La protesta degli streamer: «Stufi dell’Italia bigotta»

13 Aprile 2024 - 09:51 Redazione
Gli accertamenti delle fiamme gialle puntano a chiarire la posizione di MikeShowSha, Pow3R, Zano XVII e Homyatol

Quattro streamer italiani, tre romani e un livornese, sono finiti nel mirino della Guardia di Finanza. Si tratta, scrive Repubblica, di Federico Betti, in arte MikeShowSha, Giorgio Calandrelli, Pow3R, Cristiano Spadaccini, il suo nickname è Zano XVII e Andrea Hakimi, 32enne, Homyatol sui social. Le fiamme gialle hanno incrociato ingressi, uscite, contratti e denominazioni delle rispettive società fino a scoprire un presunto mancato pagamento delle imposte da quattro milioni e mezzo di euro in un periodo di tempo che va dal 2019 e il 2022, scrive il giornale romano. Nei confronti di MikeShowSha e Pow3R gli investigatori ipotizzano un’evasione che si aggirerebbe sui due milioni di euro a testa. Per gli altri due, gli accertamenti riguarderebbero cifre più basse. Secondo Calandrelli, in arte Pow3R, «qui in Italia c’è una mentalità bigotta, problemi burocratici e contrattuali e una grande quantità di tasse», dice al giornale romano. Per questo motivo, ha deciso di fuggire dal Belpaese circa sei anni fa. Pow3R è una delle star italiane degli esport, le competizioni di videogiochi a livello agonistico. Un mercato in continua crescita e che entro il 2027 potrebbe superare i 500 miliardi.

Il precedente

Il primo a finire sotto i riflettori della Finanza fu, circa un anno fu, CiccioGamer89. «Tutto andava benissimo, era un periodo stupendo, tutte le società mi stavano chiamando quando mi è cascata questa bomba fra i denti», racconta al giornale. Secondo gli investigatori, Mirko Alessandrini (questo il suo vero nome) aveva dimenticato di dichiarare al fisco oltre un milione di euro, non versando oltre 400 mila euro di imposte dirette e 160 mila euro di iva. L’accusa riguardava «i compensi derivanti sia dalla semplice visualizzazione della striscia pubblicitaria, veicolata sul canale YouTube, che dall’apertura della pagina pubblicizzata (c.d. “banner click-through”)». In quell’occasione, lo youtuber – che respinse ogni accusa – si mise subito in contatto con la finanza, che dopo l’accertamento non avrebbe inflitto alcuna multa al gamer. «Ho sofferto per queste accuse di evasione e ho fornito tutta la documentazione per dimostrare che ho agito secondo le regole».

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