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14 Aprile 2024 - 19:20 Gabriele Fazio

Disco Club Paradiso – Come smettere con l’università

Tutto sommato si potrebbe anche riprendere questa idea dell’università, no? Scherzi a parte, questo primo album dei Disco Club Paradiso è esattamente come ci si aspettava che fosse. Molto colorato, intriso di quell’irritante allegria gratuita, canzoni che potrebbero fare da didascalia alla vita. In questo caso di uno studente universitario qualunque, ma senza togliere né aggiungere alcunché. Canzoni che, semplicemente, esistono, con una matrice identica, con questo sax che incombe come una scure sulla testa di ogni brano e contenuti dimenticabilissimi. Il vero problema del corpo dei pezzi dei Disco Club Paradiso, ora che abbiamo una narrazione più lunga e definitiva, ci appare palese ed è la totale mancanza di guizzi poetici, verbali, fonetici, niente di niente. Le cose sono semplicemente dette. Il che va bene se stai chiacchierando al bar, ma se si sta scrivendo una canzone bisognerebbe dare un motivo per ascoltarla, bisognerebbe pensare ad un racconto che in qualche modo sbrilluccichi. Ma questo nei testi della band non succede mai. Si punta quasi tutto su queste musiche abbondanti, su questi fuochi d’artificio senza botto e come offerta alla fine risulta piuttosto misera. Per dire, abbiamo finito il disco e non c’è un solo brano che avremmo piacere a riascoltare: tutto è passato senza lasciare traccia. Spiaze, il candidato si ripresenti alla prossima sessione.