Elezioni comunali a Bari, Colaianni rinuncia alla candidatura: «Troppe rigidità, accordo impossibile»
«Pur nella sostanziale convergenza ideale e programmatica, permangono rigidità che non rendono possibile una composizione». Nicola Colaianni rinuncia definitivamente a presentarsi come candidato unitario del centrosinistra a Bari, due giorni dopo aver dato la sua disponibilità su invito dell’ex presidente di regione Nichi Vendola. L’ex magistrato, docente universitario ed ex parlamentare del Pds nel 1992, si è ritirato dalla corsa prima ancora di intraprenderla, dopo la bocciatura di Giuseppe Conte che di fatto gli ha sbarrato la strada. Colaianni era stato proposto per superare lo strappo tra Pd e M5s per le elezioni comunali a Bari, consumatosi con la decisione di Conte di ritirare il suo candidato Michele Laforgia dalle primarie di coalizione, a seguito dell’inchiesta per voto di scambio che ha colpito importanti personaggi della giunta di Comune e Regione. Il leader 5 Stelle ha poi ritirato la delegazione M5s nella giunta e nel consiglio regionale che sostengono Michele Emiliano, rendendo palesi le distanze con i dem. Il centrosinistra rischia di presentarsi separato alle amministrative di giugno, con Pd, Verdi, Azione e altri movimenti che sostengono Vito Leccese e Conte che ha ribadito la sua fiducia a Laforgia. Colaianni, chiamato a ricucire il campo largo, ha incassato la freddezza dell’ex premier, che in merito alla sua proposta, ha detto a La Stampa: «Rigenerazione in questo caso suona provocatorio, considerata la sua età – Colaianni ha 78 anni, ndr – Lasciamo che i rappresentanti delle forze politiche locali si confrontino».
La rinuncia
«Ho accolto con spirito di servizio la proposta di candidarmi unitariamente per il centrosinistra per evitarne la divisione da più parti temuta», ha annunciato Colaianni, «ho garantito ai due candidati, e alle forze che li sostengono, pari dignità, controllo sulla pulizia delle liste, trasparenza e, naturalmente, legalità». L’accademico ha registrato una «rigidità» che rende vano il tentativo di superare, attraverso il suo nome, la spaccatura. «Con lo stesso spirito di servizio», prosegue, «rinuncio perciò al tentativo e rimetto con serenità ai due candidati il compito di porre le basi per il sostegno reciproco nelle fasi ulteriori del procedimento elettorale». Il docente ed ex magistrato ringrazia poi «le numerose persone, talune sconosciute prima d’ora o astensioniste da lunga data o finanche residenti in altre parti d’Italia e animate perciò solo da finalità ideali che mi hanno espresso solidarietà e volontà di accompagnare questo battito d’ali di farfalla».
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