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Chiesti dieci anni per il poliziotto che portava una 15enne nei locali per scambisti. La giovane: «Voglio una famiglia con lui»

tribunale livorno
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Ad ascoltare il pm Pizza insieme all'uomo anche la donna, oggi maggiorenne

Si conoscono su un’app di incontri, Badoo, nel 2016. Iniziano a frequentarsi, e dopo qualche mese anche a visitare i locali a luci rosse romani, club per scambisti dove esibirsi in prestazioni erotiche. C’è un problema: lei ha 15 anni, lui 32. Ed era uno dei poliziotti del Reparto volanti della Questura. Per questo, è finito a processo con l’accusa di pornografia minorile, oltre a essere stato sospeso dal servizio. Le sorti processuali di questa vicenda, iniziata con la denuncia del padre dell’allora ragazzina, sembrano alle battute finali. Oggi, 16 aprile 2024, il pm Stefano Pizza ha chiesto una condanna pari a 10 anni di reclusione. Ad attendere la sentenza, prevista nei prossimi mesi, non c’è solo l’imputato: al suo fianco, c’è la giovane protagonista della vicenda, adesso maggiorenne che, a Open, afferma con sicurezza di «voler costruire una famiglia con lui».

La vicenda

La coppia avrebbe avuto modo di girare diversi locali nella Capitale, dalla Tuscolana alla Cassia, fino ad Acilia. Un tour organizzato senza motivi economici, ma per puro esibizionismo. Nessuno avrebbe impedito alla ragazzina di accedere a quegli ambienti: i responsabili dei locali sarebbero stati sicuri del fatto che era maggiorenne. La procura aveva contestato anche la diffusione di video o fotografie che avrebbero catturato le prestazioni erotiche. Ma la difesa dell’agente ha sempre sostenuto che «si tratta di materiale scambiato privatamente tra i due». E che l’uomo «non era a conoscenza della minore età della ragazza», ma ne sarebbe «venuto a conoscenza solo molto tempo dopo». La giovane puntualizza che quei contenuti non erano stati realizzati direttamente dal poliziotto, ma presi da Internet o scattate con i suoi ex.

Il futuro

Nonostante le pesanti accuse formalizzate dalla richiesta del pm, la ragazza afferma che all’epoca «non ci fu alcuna manipolazione» da parte dell’imputato. E racconta che adesso convivono serenamente insieme. La loro relazione sembra non essersi mai interrotta, tranne che per i periodi che lui ha passato in carcere. Ovvero un anno e mezzo, la prima volta, e poi otto mesi. Piuttosto, la giovane ha troncato i rapporti con il padre che ha sporto denuncia, dopo aver trovato le chat compromettenti sul suo telefonino: «Mi ha buttato fuori di casa, per ben due volte. Ho dovuto raggiungere mia madre in Germania. A oggi, non ci parliamo più. E non per volere mio». Sostiene invece che la famiglia dell’imputato sia diventata la sua: «Se verrà condannato? Non voglio nemmeno immaginarlo. Lo vedo come il padre dei miei figli».

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