Beppe Vessicchio sull’addio di Amadeus: «Non so cosa farà ora ma se mi chiama al Nove lo seguo»
«La Rai è diventato il luogo in cui il governo interno è sottoposto a tante pressioni, l’artista ha un’identità e una sua sensibilità. La difficoltà nel lavorare in Rai è il potere che puoi avere in una struttura così complessa, è complicato perché le strutture che la governano sono potenti». Beppe Vessicchio, ospite al Vinitaly, interviene sul recente addio di Amadeus alla Rai. E ammette che, se il conduttore dovesse chiedergli una collaborazione nella sua nuova avventura a Discovery, non resterebbe indifferente. «Dico sempre sì perché è una persona che stimo. Poi naturalmente dipende dai contenuti», ha detto al Corriere della Sera. Il direttore d’orchestra, che nel suo ruolo ha vinto quattro edizioni di Sanremo, non ha minimizzato le pressioni e le difficoltà che un conduttore e direttore artistico del Festival deve imparare a a maneggiare. «Direttori di rete, vicedirettori, responsabili di palinsesto, capistruttura: appartengono a una rete già consolidata che tende a tirare la corda dalla propria parte. Amadeus alla Nove chiederà garanzie di autonomie, seguendo la scia di chi ha lasciato la Rai per una rete diversa», ragiona il maestro, «ha fatto bene negli ultimi anni perché aveva capito che doveva accentrare su di sé tutto prendendosi la responsabilità di qualunque cosa». Nella quinta e ultima edizione diretta da Amadeus, il direttore d’orchestra non avrebbe dovuto partecipare, e invece fu poi ospite a sorpresa insieme ai Jalisse. Ora però c’è molta curiosità su cosa farà il presentatore, passato a Discovery dopo 25 anni sulla tv pubblica: «Non so che cosa possa fare un uomo che era la Rai con format ben identificati. Li porterà con sé o ne creerà di nuovi? Sarà interessante capirlo».