Gianni Petrucci lascia l’ospedale dopo 10 giorni: «Momenti difficili, soprattutto in terapia intensiva, ma non mi sono mai sentito solo»
Dopo l’incidente d’auto in cui è rimasto coinvolto a Roma lo scorso 6 aprile, Gianni Petrucci è stato dimesso dall’ospedale San Camillo. L’ex numero uno del Coni e attuale presidente della Federbasket viaggiava con la moglie a bordo della sua Maserati verso Valmontone, quando è precipitato da un dirupo di otto metri. Ha riportato fratture multiple, sei costole e lo sterno rotti, una vertebra lesionata e una ferita alla testa. In ospedale è arrivato comunque in condizioni definite non gravi, ma è stato necessario un ricovero di 11 giorni prima che i medici gli dessero il via libera per tornare a casa, dove dovrà continuare la sua convalescenza. Dopo le prime cure in ospedale, il decorso ha seguito un iter regolare e le condizioni del dirigente sono progressivamente migliorate. «Desidero ringraziare tutto il personale che mi ha prestato soccorso e cure in questi giorni difficili», si legge nel comunicato della Federazione italiana pallacanestro, «a partire dalla tempestività con cui sono intervenuti i soccorritori che mi hanno elitrasportato all’Ospedale. Sin dal mio ingresso in pronto soccorso ho potuto constatare l’organizzazione, la cortesia e la professionalità di medici e infermieri». Prosegue la nota di Petrucci: «I giorni più duri sono stati certamente quelli in terapia intensiva, nell’Unità shock e trauma diretta dal dottor Emiliano Cingolani, ma la grande competenza e umanità di tutto il personale ha alleviato la mia degenza senza mai farmi sentire solo». Il manager, 78 anni, ringrazia poi i medici e operatori del reparto di chirurgia d’urgenza e chi gestisce la struttura, per la professionalità e la cura di un ambiente così complesso che ha «toccato da vicino».