In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
ATTUALITÀAgenzia delle entrateCarcereDaniela SantanchèGoverno MeloniInchieste

Vendita dello yacht «truccata», il pm chiede tre anni di carcere e la confisca di 393mila euro per l’ex di Daniela Santanchè

17 Aprile 2024 - 17:09 Redazione
Giovanni Canio Mazzaro perfezionò l'operazione nel 2019 con una società maltese, ma interpose una società presieduta proprio dalla ministra. Per eludere il Fisco?

Tre anni di carcere e la confisca di quasi 393mila euro. È la richiesta di condanna avanzata dal pm di Milano Paolo Filippini nei confronti di Giovanni Canio Mazzaro, l’ex compagno della ministra Daniela Santanchè. Mazzaro è accusato di sottrazione fraudolenta di beni e dichiarazione infedele dei redditi in relazione alla vendita dello yacht ‘Unica’ avvenuta il 1° aprile 2019. Santanché non è indagata per la vicenda: la sua posizione è già stata archiviata. La difesa di Mazzaro sostiene che manchino invece le prove dei reati ipotizzati e chiede quindi l’assoluzione dell’imputato «perché il fatto non sussiste».

La vicenda

Mazzaro, di professione imprenditore vendette lo yacht nel 2019 alla società maltese Flyingfish Yachting Ltd per 393.000 euro, ma non incassò direttamente quella cifra. Interpose invece come acquirente una società, la Biofod Italia srl, di cui era presidente all’epoca proprio l’attuale ministra FdI. I magistrati sospettano che ciò abbia a che fare con l’accertamento che l’Agenzia delle Entrate aveva avviato sulla posizione Mazzaro: l’ipotesi è che abbia “schermato” la vendita per evitare pignoramenti. A firmare gli atti della compravendita – come ricostruisce Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera – fu appunto la legale rappresentante di Biofood, Daniela Santanchè. Che il suo allora avvocato – Ignazio La Russa – ha già convinto il Tribunale a scagionare però da ogni accusa, tratteggiando un presunto ruolo non più che protocollare in quella ditta. Nell’agosto 2022 la Procura ha chiesto quindi l’archiviazione per Santanchè. Ben più delicata la posizione di Mazzaro, anche perché la cifra riscossa per la vendita della barca (393 mila euro) somiglia “pericolosamente” a quella che l’imprenditore doveva restituire a Biofood per altre vicende (391mila).

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti