Dl Pnrr, bocciato l’odg del Pd sui pro-vita nei consultori. La maggioranza si divide, Lega: «Lasciata libertà di coscienza»
Senza ricorrere a estremismi linguistici, oggi alla Camera c’è stata una divisione – non una spaccatura – nella maggioranza di centrodestra. Il 18 aprile, i deputati sono stati chiamati a votare gli ordini del giorno al decreto Pnrr. Uno di questi, presentato dal Partito democratico, chiedeva l’impegno del governo a far sì che l’eventuale ingresso di associazioni pro-vita nei consultori non pregiudichi «in alcun modo la piena attuazione della legge 194 e non restringano il diritto delle donne ad avere accesso ad una interruzione volontaria di gravidanza». Il testo dei dem ha incassato 93 voti a favore e 117 contrari. Tra i parlamentari, tuttavia, sono state registrate 18 astensioni. Almeno 15 di queste sono riconducibili ai banchi della Lega. Anche il capogruppo di Forza Italia in commissione Affari costituzionali, Paolo Emilio Russo, si è astenuto. Ciò è successo nonostante il governo avesse dato parere contrario all’ordine del giorno. Ma occorre ricordare che, sui temi definiti “etici”, i partiti sono soliti lasciare la libertà di coscienza. Anche in questo caso è stato così.
La spiegazione di Molinari
Il capogruppo alla Camera della Lega, Riccardo Molinari, è annoverato tra gli astenuti. E ha smorzato subito le polemiche ai cronisti che, nel Transatlantico di Montecitorio, gli hanno domandato spiegazioni: «Come sempre sui temi etici abbiamo lasciato libertà di coscienza, e quindi c’è stato chi ha seguito le indicazioni del governo e chi si è astenuto». L’ordine del giorno del Pd al decreto Pnrr è stato scritto con l’intento di temperare l’emendamento di Fratelli d’Italia, che permette la presenza dei comitati pro-vita nei consultori. A presentarlo è stata la deputata Sara Ferrari, mentre la collega di partito Michela Di Biase, in Aula, ha rivolto un biasimo alla maggioranza per quella che ritiene «una vera e propria tortura psicologica» nei confronti delle donne che vogliono o vorrebbero praticare l’aborto.
L’accusa del Pd
«Se veramente volete così tanto la piena applicazione della legge 194 – ha affermato Di Biase -, cosa fortemente voluta anche dal Pd, allora perché vi accanite solo su questo punto e non vi focalizzate anche su tanti altri punti della legge che vengono completamente disapplicati? Perché non investite risorse per completare la rete dei consultori? Perché non sentite l’esigenza di lavorare sull’obiezione di coscienza? A queste domande la maggioranza non risponde perché l’obiettivo principale e la vera volontà è quella di torturare le donne psicologicamente, dovreste aiutarle le donne alla pratica dell’aborto e non ostacolarle».
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