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La mamma di Willy Monteiro Duarte: «Mio figlio non era un eroe. Lo hanno ucciso senza motivo»

18 Aprile 2024 - 07:50 Redazione
willy monteiro duarte sentenza appello
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Lucia Monteiro Duarte: non stava difendendo un amico

Lucia Monteiro Duarte è la madre di Willy, ucciso il 6 settembre 2020 a Colleferro dai fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. In un’intervista a Repubblica spiega oggi che «quella sera mio figlio non ha difeso il suo amico: gli si era avvicinato per sapere come stava perché l’aveva visto litigare». Poi racconta: «Stava tornando a casa con Samuele, si è avvicinato a Federico Zurma e gli ha chiesto: “Tutto bene?”. E lui neanche se ne è accorto. La lite con Belleggia d’altronde era già finita. Willy non è stato un eroe come tutti lo descrivono. L’unico che ha raccontato bene la dinamica è stato proprio Belleggia».

Una morte inutile

L’aggressione si è verificata «perché i Bianchi sono arrivati in quel momento e lo hanno subito preso a botte. È ancora più atroce, lo hanno ucciso senza motivo». Nei suoi confronti, ipotizza la madre, c’è stata discriminazione razziale: «Non l’ho mai detto, ma secondo me sì anche se nel processo non è stata riconosciuta. Non hanno picchiato nessun altro ragazzo, Samuele è stato allontanato con un calcio e lui è italiano. Si è fatto male ma niente di grave. L’unico picchiato a morte è stato Willy». Mentre riguardo il matrimonio di Mario Pincarelli, Lucia dice di non aver provato «nulla. Non giudico, quello che mi interessa è che non facciano a un’altra persona quello che hanno fatto a Willy. Se Pincarelli ha deciso di sposarsi, sono fatti suoi. La gente a Paliano è molto arrabbiata, io sono serena perché la giustizia fa il suo corso. Se odiassi questi ragazzi e gli augurassi del male, comunque Willy non tornerebbe. Gli auguro che la morte di Willy possa servire a cambiare qualcosa nelle loro vite. Ma devono riflettere su tutto il male che hanno fatto in quella sera di violenza. Dopo tre anni e mezzo, però, non mi sembra che l’abbiano fatto».

Nessun pentimento

I condannati, spiega, «non hanno mai ammesso le loro colpe. L’unica cosa che fanno è accusarsi a vicenda. È terribile. Avrei preferito sin dall’inizio che avessero detto: “È stato un momento di follia, non abbiamo capito niente”. Lo accetterei, anche adesso. Invece ripetono di non aver fatto nulla a Willy. Questa leggerezza da parte loro mi fa troppo male». Anche se Pincarelli le ha chiesto scusa: «Sì, ho ricevuto due lettere subito e una nel primo Natale senza Willy, una era da parte dei genitori. Non era il momento, era troppo presto». E infine: «Non mi può chiedere perdono mentre dichiara di essere innocente. Anche se non lo avesse sfiorato, non ha comunque impedito quello che stava succedendo sotto ai suoi occhi. Ha lasciato mio figlio morire su quel marciapiede e se ne è andato al bar. Ha detto che non vedeva l’ora di andare a dormire. Ho pensato che mi avesse scritto per utilizzare quelle lettere a suo favore, la sua avvocata ha chiesto al giudice di metterle agli atti. Non accetto tutto questo».

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