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Cessate il fuoco a Gaza, sostegno a Kiev e sanzioni all’Iran, Tajani: «G7 unanime su tutte le scelte»

19 Aprile 2024 - 13:19 Ugo Milano
Il comunicato finale della ministeriale degli Esteri su tutti i dossier affrontati nella tre giorni a Capri

Cala il sipario sulla ministeriale del G7 a Capri. I ministri degli Esteri di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Uniti e Stati Uniti, insieme all’Alto Rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, hanno «registrato grande unità di intenti e convergenza sulle più importanti questioni internazionali, dal Medio oriente al Mar rosso alla situazione in Ucraina e l’Indopacifico», ha detto Antonio Tajani nella conferenza al termine del vertice. «Abbiamo anche deciso – continua il ministro degli Esteri italiano – di fare in modo che la nostra collaborazione sia permanente e ci sia costante contatto giorno dopo giorno tra i ministeri per uno scambio di informazioni e scelte sempre più comuni su grandi questioni internazionali, compresa la disinformazione». Nel comunicato finale della ministeriale Esteri, la guerra in Medio-Oriente e l’appello a prevenire un’ulteriore escalation: «Alla luce delle notizie sui raid del 19 aprile, invitiamo tutte le parti a lavorare per prevenire l’escalation. Il G7 continuerà a lavorare a tal fine. Chiediamo a tutte le parti, sia nella regione che oltre, di offrire il loro contributo a questo sforzo», si legge nel documento dove si sottolinea, inoltre, «l’opposizione ad un’operazione militare su vasta scala a Rafah, che avrebbe conseguenze catastrofiche sulla popolazione civile». Per Gaza «abbiamo ribadito il no all’offensiva militare israeliana a Rafah e che il nostro obbietto è quello di avere due stati e due popoli», ha ribadito Tajani.

«Pronti a nuove sanzioni all’Iran»

Anche l’attacco all’Iran attributo a Israele di oggi, venerdì 19 aprile, è stato al centro dell’apertura dell’ultima giornata del vertice. I ministri degli Esteri hanno ribadito l’invito a Tel Aviv e a Teheran di non accedere alle reazioni. Poi, il messaggio all’Iran: «Chiediamo che l’Iran e i suoi gruppi affiliati cessino i loro attacchi. Riterremo il governo iraniano responsabile delle sue azioni dannose e destabilizzanti e siamo pronti ad adottare ulteriori sanzioni o altre misure, ora e in risposta a ulteriori iniziative destabilizzanti». Mentre in un passaggio dedicato all’Ucraina, i Sette hanno ribadito che «se l’Iran dovesse procedere con la fornitura di missili balistici o tecnologie correlate alla Russia, siamo pronti a rispondere in modo rapido e coordinato, anche con nuove e significative misure».

«L’Italia farà il possibile per la protezione aerea dell’Ucraina»

I Sette continueranno, inoltre, a «a sostenere il diritto all’autodifesa dell’Ucraina e a ribadire il nostro impegno per la sicurezza a lungo termine», scrivono nel documento finale. «Stiamo intensificando la nostra assistenza in materia di difesa e sicurezza all’Ucraina e stiamo aumentando le nostre capacità di produzione e consegna – continuano -. Sosteniamo gli sforzi volti ad aiutare l’Ucraina a costruire una futura forza capace di autodifesa e deterrenza. Esprimiamo la nostra determinazione in particolare a rafforzare le capacità di difesa aerea per salvare vite umane e proteggere le infrastrutture critiche». E poi ancora: «Sosteniamo l’Ucraina nell’ottenere un risarcimento per le perdite, le lesioni e i danni derivanti dall’aggressione della Russia».

Mentre i beni sovrani di Mosca «immobilizzati» nei sette Paesi rimarranno tali «finché non cesserà la sua aggressione e non pagherà i danni causati. Accogliamo con favore l’adozione da parte dell’Ue di atti giuridici riguardanti le entrate straordinarie detenute da soggetti privati derivanti direttamente dalle attività sovrane immobilizzate della Russia, anche al fine di esplorare modi per massimizzare il beneficio per l’Ucraina – sottolineano -. Continueremo il nostro lavoro prima del vertice in Puglia sulle possibili opzioni praticabili attraverso le quali i beni sovrani russi immobilizzati potrebbero essere utilizzati per sostenere l’Ucraina, in linea con i nostri rispettivi sistemi giuridici e il diritto internazionale». E sulla consegna di armi dell’Italia a Kiev, Tajani ha, infine, cofermato «quello che ha detto il presidente del Consiglio, anche alla luce del mio colloquio con il ministro Crosetto alla presenza del ministro ucraino Kuleba». Ovvero: «Faremo il possibile per la protezione aerea dell’Ucraina, vediamo che si può fare», ha precisato il ministro degli Esteri italiano, rispondendo ad una domanda sulla richiesta di Kiev dei Samp-t.

«Mosca responsabile della morte di Alexei Navalny»

I ministri degli Esteri hanno inoltre condannato Mosca per l’uccisione del dissidente russo Alexei Navalny. «Non smetteremo di ritenere responsabili i colpevoli della morte di Alexei Navalny, anche continuando a imporre misure restrittive e altre azioni appropriate in risposta alle violazioni e agli abusi dei diritti umani in Russia. Condanniamo la repressione sistematica delle voci dissidenti da parte del Cremlino e chiediamo alla Russia di rilasciare tutti i prigionieri politici», si legge nel comunicato finale.

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