Salvini presenta il suo libro il 25 aprile. Quel refuso sulla locandina (cechi senza “i”) che rievoca un’altra gaffe della Lega
Per le vie milanesi, il 25 aprile, sfilerà il corteo per celebrare la Festa della Liberazione. Nello stesso giorno, nel prestigioso palazzo di fine ‘800 dell’architetto Pirovano, sede dell’Istituto dei ciechi, Matteo Salvini farà la prima presentazione del suo ultimo libro, Controvento. Si troveranno a un passo gli uni dagli altri, nel centro storico meneghino, leghisti e partigiani, sostenitori del segretario e manifestanti che sfileranno dietro lo striscione: «Viva la Repubblica antifascista, cessate il fuoco ovunque». La locandina ufficiale che annuncia l’evento di lancio del manoscritto del vicepremier è stata diffusa oggi, 19 aprile. Non è passato inosservato il refuso sul nome della location. «Presso – si legge – Fondazione Istituto dei cechi». Manca una “i”, ovvero la differenza tra le persone non vedenti e la popolazione della Repubblica Ceca. Una cantonata dello staff che si aggiunge alla polemica contro Salvini, criticato da alcuni per la scelta di presentare il suo libro – e forse annunciare la candidatura del generale Vannacci – nel giorno in cui, 79 anni fa, Sandro Pertini pronunciò queste parole a Radio Milano libera: «Ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire».
La guerra non terminò il 25 aprile 1945, ma fu scelto questo come giorno simbolo della Liberazione perché proprio a Milano fu proclamata l’insurrezione generale nei territori ancora occupati dai nazifascisti. Tornando a questi giorni, il faux pas sulla locandina del libro di Salvini rievoca un altro abbaglio della macchina propagandistica del Carroccio. Era il 2018 e, come questa volta, c’erano di mezzo i “cechi”. Per la Lega, fu l’anno della consacrazione a prima forza del centrodestra italiano, nelle urne delle Politiche del 4 marzo. Sui manifesti elettorali campeggiava lo slogan «prima gli italiani». Peccato che i protagonisti delle fotografie utilizzate per annunciare il comizio in piazza Duomo erano tutt’altro che italiani. Chiome biondissime, occhi azzurro ghiaccio. Il giornalista Matteo Lenardon scoprì che si trattava di foto di modelli provenienti dalla Repubblica Ceca e della Slovacchia. Un’antinomia visiva tra la scritta «prima gli italiani» e le fotografie di cechi e slovacchi sulle quali era sovrimpressa. «Salvini voleva dividere l’Italia con la secessione, ma è riuscito a riunire la Cecoslovacchia», commentò il giornalista. A distanza di 6 anni, i “cechi” tornano a essere il cruccio del team di comunicazione che segue Salvini.
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