Hamas e il Qatar sul punto di rottura, così i negoziati su Gaza rischiano di saltare: «L’Emiro è furioso, vuole espellere Haniyeh»
Hamas e il governo del Qatar, che ospita una parte rilevante della sua leadership, sono vicini a un punto di rottura, che potrebbe portare il movimento islamista a cercare “asilo” altriove. Lo scrive oggi il Wall Street Journal. I negoziati per una nuova tregua o un cessate il fuoco a Gaza sono fermi al palo ormai da mesi, con Israele e Hamas a rimpallarsi di volta in volta la responsabilità. Ma i governanti del Qatar dopo gli ultimi no a qualsiasi accordo da parte degli islamisti sembrano aver perso davvero la pazienza. «Con i negoziati di nuovo in stallo senza quasi più alcun segno che possano riprendere, la sfiducia tra Hamas e i negoziatori sta crescendo», ha detto uno dei mediatori arabi coinvolti nelle trattative al quotidiano Usa. Ciò potrebbe avere nei prossimi giorni o settimane due conseguenze molto concrete. Primo: il tavolo dei negoziati con Israele potrebbe saltare completamente. Secondo, anche per queso fallimento, i leader in esilio di Hamas potrebbero ricevere un avviso di sfratto dal Qatar. Il politburo del gruppo terroristico vi ha trovato riparo fin dal 2012: alla sua testa c’è Ismail Haniyeh. Che guarda caso proprio oggi è a Istanbul ospite del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Prossima fermata Oman?
Quel che è certo è che Doha ha speso per mesi tutto il suo capitale politico nello sforzo dei negoziati, e i suoi leader sono furibondi per il fallimento del processo. «Il Qatar sta rivalutando completamente il suo ruolo», ha sibilato pochi giorni fa in conferenza stampa il primo ministro Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim al-Thani, sostenendo che il ruolo del Qatar viene «sfruttato e abusato» e che «alcuni politici stanno cercando di segnare punti e condurre le loro campagne elettorali facendo lo sgambetto al Qatar. Non è chiaro chi fosse l’obiettivo dell’affondo di al-Thani. Di certo se la leadership di Hamas dovesse davvero cercarsi un altro luogo di asilo, i negoziati indiretti con Israele su Gaza si farebbero ancora più difficili, e potrebbero saltare del tutto. Secondo le fonti arabe sondate dal Wsj, Hanyeh avrebbe preso contatto in particolare con due Paesi della regione per il “trasloco”: uno di questi sarebbe l’Oman.
Guerra a Rafah
Almeno dieci persone, tra cui sei bambini, sono state uccise in raid aerei notturni condotti dall’aviazione israeliana nella città di Rafah, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa palestinese Wafa. Le fonti mediche citate dall’agenzia stampa sostengono che gli aerei da guerra israeliani abbiano mirato a una casa della famiglia Radwan nel quartiere Tal Al-Sultan di Rafah, situata a sud della Striscia di Gaza. Questo attacco ha provocato la morte di nove persone, tra cui sei bambini e donne. Nelle stesse ore, un civile è stato ucciso durante il bombardamento di un’altra abitazione situata ad est della città di Rafah.
La misteriosa esplosione in Iraq
La notizia giunge dopo che nella tarda serata di ieri, 19 aprile, un attacco aereo ha colpito la base militare di Kalso, situata a circa 50 chilometri a sud di Baghdad. L’esplosione ha provocato danni materiali e feriti, secondo quanto dichiarato dall’esercito iracheno. Tre combattenti delle Forze di Mobilitazione Popolare (PMF) sono stati feriti nell’attacco, come riportato da Muhannad Najim, un funzionario del governo locale di Hilla. Ieri Israele aveva colpito un sito militare in Iran con droni e missili. Le PMF sono un gruppo di fazioni armate vicine a Teheran riconosciute come forze di sicurezza ufficiali dalle autorità irachene. Gli Stati Uniti hanno negato qualsiasi coinvolgimento nell’attacco, nonostante le accuse.
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