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L’annuncio della ministra Roccella: «Trovati i fondi per i centri estivi, 60 milioni dal ministero per il piano»

21 Aprile 2024 - 08:46 Redazione
La ministra a Il Messaggero: «Nel 2023 avevamo già aumentato a 60 milioni i fondi a disposizione dei Comuni, nel 2024 li confermiamo con risorse del nostro ministero»

Un piano per finanziare i centri estivi per aiutare i ragazzi e loro genitori, durante la pausa estiva dalle scuole. E poi potenziamento dei centri per la famiglia, monitoraggio della decontribuzione rosa o l’assegno unico. Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, assicura a Il Messaggero che «l’attenzione verso le famiglie resta e sarà anche in futuro irrinunciabile». «Sappiamo che per le mamme e i papà che lavorano, l’estate è uno dei momenti più critici. Hanno bisogno di soluzioni organizzative, e per aiutarli anche quest’anno finanzieremo i centri estivi. Nel 2023 avevamo già aumentato a 60 milioni i fondi a disposizione dei Comuni, nel 2024 li confermiamo con risorse del nostro ministero. È una delle opportunità che offriamo, come quella delle attività estive delle scuole con le risorse stanziate dal ministro Valditara», spiega la ministra al quotidiano.

I timori sulla manovra finanziaria e gli asili aziendali

Sulle risorse per la prossima Finanziaria aggiunge: «Il governo ha messo le famiglie al centro e lo si è visto dalle risorse messe in campo. Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, per il 2024 abbiamo prodotto oltre 16 miliardi di benefici netti per le famiglie. Tutto questo nonostante la zavorra del Superbonus, che sta arrivando a bruciare l’equivalente di venti finanziarie. Parlare della prossima manovra è prematuro, ma l’attenzione alle famiglie per noi è e sarà irrinunciabile». «Gli asili pubblici si faranno – assicura – anche grazie al Pnrr. Intanto abbiamo aumentato il bonus e stiamo aumentando i posti. Per quanto riguarda le imprese, esistono buone pratiche che stiamo incentivando e mettendo in rete. Ad esempio con la certificazione della parità di genere, o con uno strumento più semplice come un “codice” per stimolare le imprese a creare un welfare aziendale che favorisca la genitorialità».

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