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Il ministro degli Esteri israeliano twitta il Colosseo sotto attacco coi missili dall’Iran. Tajani: «Evitiamo il panico»

21 Aprile 2024 - 15:00 Redazione
«Questo succede se il regime iraniano non verrà fermato», affonda Katz. Il capo della Farnesina: «Non mi pare ci sia quest'ipotesi»

Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha pubblicato una foto del Colosseo sotto attacco missilistico nel cuore della notte per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana e occidentale sulla minaccia rappresentata dal regime di Teheran. «Il recente attacco dell’Iran a Israele è solo un’anteprima di ciò che le città di tutto il mondo possono aspettarsi se il regime iraniano non verrà fermato. Il mondo deve designare l’IRGC (le Guardie Rivoluzionarie iraniane, ndr) come organizzazione terroristica e sanzionare il programma iraniano di missili balistici, prima che sia troppo tardi», ha scritto. Concetto ribadito oggi con un altro documento di grande impatto: un video che mostra la tranquilla vita di Parigi – caffè e croissant con vista sulla Tour Eiffel, sconvolta da quel che sembra l’avvento di una teocrazia islamica .«Fermate l’Iran prima che sia troppo tardi», è l’appello pubblicato in inglese, francese ed ebraico, all’attenzione dei ministri degli Esteri di Italia, Francia, Regno Unito, Germania e Usa – taggati ad uno ad uno.

Il disappunto di Tajani

Il nostro però, Antonio Tajani, non sembra esattamente aver apprezzato il fotomontaggio “minaccioso” diffuso da Katz. «Non credo che ci sia un’ipotesi di attacco all’Occidente» da parte dell’Iran, ha replicato il capo della Farnesina. Certo, quel regime «commette errori gravi: dare droni alla Russia, dare droni e armi a Hezbollah non va bene. Ma dobbiamo evitare di creare il panico, fermo restando che noi siamo amici di Israele e il diritto di Israele ad esistere non può essere messo in discussione». Quanto agli altri possibili in altri Paesi europei, è il suo pensiero, «più che preoccuparsi bisogna occuparsi». Così come ha fatto il G7 dei ministri degli Esteri riunitosi negli scorsi giorni a Capri: «Abbiamo lavorato per la de-escalation cercando di utilizzare tutti gli strumenti diplomatici possibili per evitare che ci sia un peggioramento della situazione. Mi pare che qualche risultato l’abbiamo ottenuto», rivendica Tajani, che ha presieduto i lavori del vertice. «L’impegno che abbiamo preso è quello di continuare a lavorare per raggiungere il cessate il fuoco a Gaza, la liberazione di tutti gli ostaggi e gli aiuti umanitari per la popolazione civile». Quanto a Israele, infine, «abbiamo chiesto di non fare attacchi di terra a Rafah. L’obiettivo finale è due popoli e due Stati che si riconoscono mutualmente».

Scambi di fuoco al nord

Intanto Israele ha annunciato che durante la notte ha colpito numerosi obiettivi degli Hezbollah in tre separate aree del Libano del sud. «Uno dei raid ha centrato un operativo degli Hezbollah in uno dei siti del terrore del gruppo a Tayr Harfa», spiegano fonti militari. Colpiti anche «posti di osservazione degli Hezbollah a Odaisseh ed edifici usati dal gruppo terroristico a Khiam».

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