Scurati: «Non sono né eroe, né profeta». Il 25 aprile scenderà in piazza a Milano
«Non sono l’eroe di niente e nessuno, né tanto meno un profeta». Queste le parole di Antonio Scurati all’incontro ‘Come sta la democrazia?’ Alla fondazione Feltrinelli di Milano. «A 10 anni da quando ho iniziato a lavorare sulla biografia romanzata di Mussolini, il mio bilancio è positivo dal punto di vista dello scrittore ma molto negativo da quello di cittadino – ha proseguito – perché evidentemente non ero fuori strada». «Non aspettatevi camicie nere che vi bussino alla porta – ha aggiunto – Quello che doveva tornare è tornato ed è già qui». «Bisogna smettere di guardare dalla parte sbagliata, alla violenza fisica, omicida e stragista, l’eredità più diffusa e pericolosa – ha osservato l’autore della trilogia di M. – non proviene da lì» ma per esempio da assunti come «un leader che dice ‘io sono il popolo e il popolo sono io’. Mussolini lo seppe fare e i leader sovranisti di oggi ne ripercorrono le orme a partire da Trump e non citiamone altri».
«L’unico modo per fugare il fantasma del fascismo è attraversarlo, riconoscere di essere stati fascisti, in senso antitetico a ciò che sostiene la seconda carica dello Stato che ha detto più volte che siamo eredi del fascismo, intendendo che in qualche misura lo siamo ancora», ha dichiarato il premio Strega, al centro del caso del monologo censurato sulla Rai. «Credo che l’Italia – ha aggiunto – non abbia mai attraversato il fantasma del fascismo e che quel fantasma abiti ancora il nostro presente in forma ampia e meno appariscente di svastiche e manganelli». Lo scrittore è stato invitato in diverse piazze ma sarà, spiegano dal suo entourage, in corteo a Milano, come ha sempre fatto.
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