Terremoto Fondazione Crt, il cda fa dimettere il presidente Palenzona. La riunione di fuoco e l’addio: «Fate voi»
Dopo giorni di tensione alla Fondazione Crt, Fabrizio Palenzona, si è dimesso dal suo ruolo di presidente. La scelta, spiega Repubblica Torino, è maturata dopo l’ultimo cda della fondazione, uno dei principali azionisti di Unicredit. Collegato in videoconferenza Palenzona ha preso atto della situazione fra i consiglieri e se ne è andato via non senza polemiche. A riunione in corso si è disconnesso dalla piattaforma, senza formalismi.
Amare dimissioni
«Ho sempre onorato e servito la Fondazione Crt per quasi 30 anni pur non avendo, negli ultimi 25, rivestito alcun ruolo istituzionale. Posso affermare che tutti gli investimenti strategici e le principali scelte che han fatto della Fondazione Crt la terza per importanza a livello nazionale, portano la mia impronta e quella di chi, con me, ha ridato, a partire dal 1995, equilibrio territoriale alla nostra Fondazione», scrive lui nella sue lettera di dimissioni. «Chi è chiamato a governare una fondazione deve aver chiaro il vincolo fiduciario verso gli stakeholder, verso la gestione del patrimonio in linea con le missioni della fondazioni, l’obbligo morale ad agire a esclusivo bene della comunità e del proprio Paese. Forte di queste radicate e profonde convinzioni – ricorda Palenzona – avevo accettato il ruolo di presidente con spirito di servizio». E infine l’affondo: «Taluni componenti degli organi sociali hanno cercato di piegare a logiche spartitorie la gestione dell’ente. Ho sempre agito per la legalità».
La tensione e la fondazione “ombra”
Nel lungo cda di ieri, dopo la conferma della sfiducia al segretario Andrea Varese, si era arrivati alle nomine delle partecipate dell’Ente. Ma senza l’ok dello stesso presidente, non partecipe quando si è parlato delle posizioni di vertice delle partecipare Crt, dalle Ogr a Ream, passando per la vicepresidenza di Equiter. Cosa è successo nei giorni precedenti? Il quotidiano sottolinea come si sia creata una fondazione “ombra”. «Certo non mi sarei mai aspettato che addirittura si venissero a prefigurare patti occulti tali da creare una fondazione nella Fondazione e alterare le dinamiche di funzionamento degli organi sociali stabilite dalla legge e dallo statuto – spiega Palenzona -. Né mai mi sarei aspettato di essere attaccato per avere portato tali circostanze alla conoscenza del Ministero dell’Economia, che esercita la vigilanza sulle Fondazioni Bancarie. Ho agito, invece, avendo la legalità come stella polare, evitando di insabbiare quanto accaduto come forse molti auspicavano. Taluni componenti degli organi sociali hanno cercato di piegare a logiche spartitorie la gestione dell’ente». Il cda ha deciso che alla guida delle Ogr va Davide Canavesio e come vice Caterina Bima. Canavesio è anche vice in Equiter, mentre Antonello Monti va in Ream con Bima e Canavesio sempre come vice. Un quadro su cui ha dato l’ok anche Maurizio Irrera, vicepresidente vicario vicino a Palenzona, Marco Giovannini e Anna Maria Di Mascio. Quest’ultima finita presidente della fondazione Ulaop, una onlus che si occupa di genitorialità ed educazione. Repubblica ricorda che non è un periodo fortunato per Palenzona. Sperava di diventare presidente dell’Acri, l’associazione delle fondazioni bancarie, ma alla fine l’ha spuntata Giovanni Azzone, presidente della Fondazione Cariplo, uno dei grandi azionisti di Intesa Sanpaolo.
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