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Caso Scurati, salta l’audizione di Serena Bortone in Vigilanza Rai. Le opposizioni: «È censura»

24 Aprile 2024 - 11:50 Felice Florio
Secondo Gasparri, invece, la questione è già abbastanza chiara e non servono ulteriori chiarimenti. Piuttosto, «siamo di fronte a una strumentalizzazione»

Il caso della presunta censura del monologo di Antonio Scurati, previsto nel programma Che sarà di Serena Bortone e poi ostacolato dai vertici della Rai, infuoca il dibattito in commissione di Vigilanza. Ieri, 23 aprile, le opposizioni avevano appoggiato la richiesta del capogruppo del Partito democratico, Stefano Graziano, di ascoltare la versione della conduttrice e del direttore Approfondimenti Rai, Paolo Corsini. La maggioranza si era opposta e la presidente della bicamerale, Barbara Floridia, ha dovuto sottoporre la richiesta di audizione al voto della commissione. Nella seduta di questa mattina, il centrodestra – che detiene la maggioranza nella plenaria – ha votato per la bocciatura della proposta. La motivazione addotta è di voler attendere l’esito dell’indagine interna avviata in viale Mazzini. Non è stata approvata nemmeno la richiesta dell’opposizione di sentire i due dopo l’8 maggio: quel giorno, infatti, è programmata l’audizione dell’ad Rai Roberto Sergio e del dg Giampaolo Rossi Rossi.

Il commento del Pd: «Una forzatura incomprensibile»

Il Pd, in una nota, ha commentato duramente il comportamento del centrodestra: «È un grave strappo, una forzatura incomprensibile. Sono metodi già visti. La commissione di Vigilanza Rai viene silenziata a colpi di maggioranza. Cosa ancor più grave è che ciò avvenga alla vigilia della festa della Liberazione. Il Parlamento deve essere messo nelle condizioni di fare luce su un caso grave di gestione della Rai. Di cosa hanno paura? Non saranno le sempre più insistenti indiscrezioni sui contatti diretti tra palazzo Chigi e i vertici Rai per la gestione del “caso Scurati” a preoccupare Giorgia Meloni?». Stessi toni nel comunicato del capogruppo in Vigilanza del Movimento 5 stelle, Dario Carotenuto: «I meloniani hanno alzato un muro impedendo a colpi di maggioranza l’audizione della Bortone, dopo averla beceramente attaccata nei giorni scorsi. A nulla è valso il nostro appello al buonsenso e a portare il dibattito che è in corso in tutto il Paese nel luogo istituzionale deputato a discuterne: hanno preferito fare censura anche in Vigilanza». E ancora: «Non gli basta fare un uso privato della Rai, si spingono a fare altrettanto con la commissione di Vigilanza utilizzandola a loro uso e consumo. Quando si è trattato di convocare Sigfrido Ranucci per intimidirlo dopo le sue inchieste, lo hanno fatto. Adesso si nascondono dietro pretestuose formalità per impedire alla commissione di approfondire un tema dibattuto in tutto il Paese. Così si manda un messaggio sbagliatissimo e si colpisce l’autorevolezza dell’istituzione».

Il rilancio di Gasparri: «Siamo di fronte a una strumentalizzazione»

Per il centrodestra, è intervenuto Maurizio Gasparri, sempre attivo sui temi che intrecciano i mondi della politica e dell’informazione: «Il caso Bortone appare chiaro. Sarà necessario comunque approfondire la vicenda quando l’8 maggio saranno ascoltati in commissione l’ad e il dg della Rai. In quella occasione potremo conoscere il primo esito delle verifiche in corso in Rai. Ma già fin d’ora le cose appaiono chiare», ha sminuito. «Non c’è stata nessuna censura. Siamo di fronte a una strumentalizzazione, dovuta più alla preoccupazione di palinsesti futuri che a censure inesistenti. Insomma più spettacolo che informazione», ha concluso.

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