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Il ritorno di Prodi al Parlamento Ue: «Cambiare le regole per favorire l’allargamento» – Il video

L'intervento a Strasburgo dell'ex premier e presidente della Commissione insieme a Ursula von Der Leyen: «Non abbiamo esportato la democrazia, abbiamo siglato un contratto democratico»

Da Strasburgo – È stato accolto con un applauso Romano Prodi, tornato oggi al Parlamento europeo in occasione della cerimonia per il 20esimo anniversario dell’allargamento dell’Ue del 2004. Fu proprio Prodi, allora presidente della Commissione europea, a dare il benvenuto nell’Unione ai cittadini di Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia. «Facevo parte di una generazione in cui l’Ue era un sogno. Ma il 1° maggio 2004 il sogno è diventato realtà», ha ricordato Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo e originaria di Malta. Il 20esimo anniversario di quell’allargamento, che allungò l’elenco dei Paesi Ue con l’ingresso di dieci nuovi membri, cade in un momento in cui Bruxelles sembra più determinata che mai a espandersi ancora verso Est. «Per milioni di persone l’adesione all’Ue ha dato nuovo spirito e unità di scopo, il futuro non conosceva limiti», ha spiegato Metsola. «L’Ucraina, la Moldavia e la Georgia – ha aggiunto la presidente dell’Eurocamera – guardano con lo stesso spirito all’Ue, l’Europa non può volgere lo sguardo altrove».

Von der Leyen: «Ora completiamo l’allargamento»

A Strasburgo oggi erano presenti alcune delle più alte cariche europee. Dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al suo predecessore Romano Prodi, passando per gli ex capi di Stato e di governo dei dieci Paesi che nel 2004 entrarono a far parte dell’Unione europea. «L’Europa è una promessa di libertà, pace, stabilità e prosperità e nei 20 anni successivi quella promessa è stata mantenuta. I nostri europei dei Paesi dell’allargamento hanno visto un boom economico e di occupazione, la potenza dell’Europa ha portato a un miracolo economico», ha detto von der Leyen. Dopodiché, uno sguardo al futuro più prossimo: «I Balcani occidentali si stanno avvicinando sempre di più, abbiamo preso la decisione storica di avviare negoziati con Moldavia e Ucraina e la popolazione della Georgia non nasconde la aspirazione europea, ma è mio compito trasmettere un messaggio: quello che accade in Ucraina plasmerà il nostro futuro per sempre non possiamo mascherare il fatto che la Russia pone una minaccia per l’Europa».

L’intervento di Prodi

Alle parole di von der Leyen seguono quelle di Romano Prodi, che si dice «commosso di poter partecipare a questa cerimonia». Il processo di allargamento dell’Unione europea, ha ricordato l’ex presidente della Commissione, «è stato difficile» e ha richiesto «tanta pazienza». «Non abbiamo esportato la democrazia, ma abbiamo fatto un contratto democratico in cui chi entrava e chi apriva le porte – ha precisato Prodi – era in situazione di totale parità. Chi pensava di imporre la democrazia, invece, ha compiuto solo dei disastri». Oggi, proprio come 20 anni fa, ci sono Paesi che esprimono il desiderio di entrare a far parte dell’Unione europea. Un desiderio, ha osservato Prodi, «a cui dobbiamo dare una risposta positiva». È questo, secondo l’ex premier italiano, il modo migliore per celebrare il ventesimo anniversario del maxi-allargamento del 2004. «Nel celebrare il passato, dobbiamo prendere un impegno per il futuro. Questo deve essere il compito del nuovo Parlamento, se vogliamo riacquistare il ruolo che l’Europa deve avere nel mondo», ha incalzato l’ex premier. L’invito rivolto all’Eurocamera arriva però anche con un avvertimento: «Voglio ricordare al Parlamento che quando noi operavamo per unificare l’Europa vi era anche un condiviso impegno di cambiare le regole con cui l’Europa opera, per renderla più efficace, più unita e più forte del mondo. Questo impegno – ha chiosato Prodi – è stato mantenuto in parte ed è ora di completarlo».

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