Proteste nelle università Usa contro la guerra a Gaza, lo Speaker Johnson alla Columbia: «La preside deve dimettersi»
Mentre i poliziotti intervenivano nei campus delle università in tutto il Paese, dal Texas alla California, a una settimana dall’arresto di circa un centinaio di manifestanti assiepati nei cortili della Columbia University per protestare contro la guerra a Gaza, lo Speaker repubblicano Mike Johnson prendeva la parola proprio dall’ateneo di New York per criticare la gestione di queste ultime settimane e mandare un messaggio diretto: «L’antisemitismo sta crescendo in America, ma agli studenti ebrei di Columbia dico questo: non sarete mai soli». Il New York Times non fa a meno di notare come lo Speaker, dopo l’approvazione di un maxi pacchetto di aiuti all’Ucraina, a Israele e a Taiwan, ha bisogno di riaccreditarsi presso l’elettorato più conservatore che ha mal digerito quella misura. E le proteste nei ricchi college contro l’offensiva militare di Netanyahu sulla Striscia di Gaza sembrano proprio fare al caso suo. Mentre gli studenti chiedono la fine delle collaborazioni con Israele e bloccano le attività accademiche, le università rispondono spostando i corsi online e chiedendo, come ha fatto la preside della Columbia, l’intervento delle forze dell’ordine nell’area universitaria come non avveniva dal 1968. «Se non riuscirà a riportare la situazione sotto controllo, deve dimettersi», ha detto Johnson riferendosi alla preside Minouche Shafik, che in queste ore è impegnata in un delicato negoziato con gli studenti per non far intervenire nuovamente le autorità nel college. «Questa follia deve fermarsi», ha proseguito il rappresentante repubblicano, contestato da alcuni manifestanti.
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