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Sicilia, così il governo vuole limitare i “diplomifici” delle scuole private: «In arrivo nuove norme»

24 Aprile 2024 - 09:42 Redazione
Il ddl Semplificazioni prevede che non si potranno accorpare più di due anni in uno e che gli studenti, in sede di esame, siano valutati da un commissario esterno

Un istituto privato in Sicilia, oggi, consente di recuperare quattro anni di scuola superiore in cinque mesi: «Il tutto costa 2.700 euro», riporta Repubblica in un articolo. «Facciamo studiare una tesina con argomenti prestabiliti e i professori interni aiutano gli studenti». Poi, per iscriversi al quinto anno, «altri 2.900 euro». Un totale di 5.600 euro che consente di diplomarsi in un anno attraverso un percorso facilitato. È uno dei tanti casi di scuole private rinominate “diplomifici”, alle quali ricorrono tanti ragazzi che non riescono a ottenere risultati nelle scuole pubbliche. Questi istituti proliferano particolarmente in tre regioni: Campania, Lazio e Sicilia. Nell’isola, ad esempio, nell’ultimo anno si è registrato un incremento di 3.183 studenti che si è iscritto al quinto anno in queste scuole.

Le agevolazioni

Le agevolazioni sullo studio sono molteplici: spesso viene consentito di conseguire il diploma in un solo anno – anziché cinque -, di recuperare quattro anni in pochi mesi e di seguire le lezioni da casa, online. Adesso, dovrebbe arrivare la stretta del governo su questi percorsi estremamente agevolati. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, dopo lo scandalo emerso da un report elaborato dalla Regione Sicilia, promette: «Con le nuove norme, tutto questo non sarà più possibile». Il ministro si riferisce ad alcune misure presenti nel ddl Semplificazioni. Per contrastare i diplomi facili, dovrebbe essere predisposto un tetto al recupero degli anni persi – massimo due anni accorpati in un uno – e la presenza di un commissario esterno all’esame di idoneità per il superamento dei due anni aggregati in uno. «Abbiamo constatato sia in Sicilia che in Campania un salto anomalo di iscrizioni», racconta a Repubblica il professore Sergio Govi, di Tuttoscuola. «In Campania c’erano addirittura centinaia di iscritti che venivano dalla Svizzera».

Le irregolarità

Tra le irregolarità riscontrate nel rapporto della Regione Sicilia, specialmente due pratiche hanno fatto allarmare il ministero: la creazione di classi ad hoc per superare l’esame di maturità e il mancato rispetto dell’obbligo di frequenza, pari a un minimo di tre quarti del monte orario annuo. Repubblica ha raccolto le prove di istituti dove, invece, è possibile assistere a tutte le lezioni online. «Ciò è illegittimo – aggiunge Govi -. La legge prevede sia per le statali sia per le paritarie l’obbligo di presenza fisica». Comunque, il ddl Semplificazioni, che ancora deve iniziare la navetta tra Camera e Senato, non dovrebbe essere approvato prima del 2025. È dunque verosimile che per l’anno scolastico che inizierà a settembre 2024 valgano ancora le “regole” attuali.

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