Dove si vive più a lungo (e in buona salute) in Italia? Al Nord. Basilicata, Molise e Calabria in fondo alla classifica
C’è la carenza di strutture e personale sanitario tra i principali fattori che condizionano la speranza di vita. Ma anche la rilevazione sull’aspettativa di anni passati in buona salute è influenzata dalla capacità delle persone di accedere alle risorse mediche. L’ultimo Rapporto sul benessere equo e sostenibile dell’Istat fotografa vari aspetti dell’impatto della qualità delle cure sui cittadini italiani. Il Corriere ricorda, tra le cause della crisi del sistema sanitario, la perdita dei dottori di medicina generale: il 77% di loro è over 54, presto lascerà il mercato del lavoro. Il quotidiano passa poi ad analizzare l’indicatore della speranza di vita in buona salute alla nascita. Il dato medio italiano aveva raggiunto il suo picco nel 2020, 61 anni, per poi scendere a 60,5 nel 2021, a 60,1 nel 2022 e a 59,2 anni nel 2023. Ma oltre al calo generale, l’Istat sottolinea che «si amplia nuovamente il divario territoriale Nord-Sud rispetto al 2022». Così, al Nord si riesce a vivere – in buona salute – 4 anni in più rispetto al Sud: la media è di 60,6 anni al Settentrione contro i 56,5 anni del Mezzogiorno.
«Coloro che possono aspettarsi di vivere il maggior numero di anni in buona salute sono gli abitanti di Bolzano: 66,5 anni degli 84,1 anni di vita attesa alla nascita, pari a circa l’80% degli anni da vivere». Al contrario, la Basilicata è la regione con il più basso numero di anni di aspettativa di vita in ottime condizioni, 52,8 anni nel 2023, seguita da Molise, 54,9 anni, e Calabria, 55,4 anni. Gli abitanti della provincia di Bolzano, dunque, vivono meglio per 14 anni in più rispetto ai lucani. Oltre all’Alto Adige, ottengono buoni risultati nella rilevazione la Toscana e il Veneto, rispettivamente 62,5 e 62,3 anni in buona salute con 83,8 di vita attesa per entrambe. La Valle d’Aosta, che presenta uno dei livelli di speranza di vita in buona salute tra i più elevati, ovvero 64,0 anni, è in linea con la media nazionale per aspettativa di vita generale: 83,1 anni.
Inoltre, scrive il Corriere, nel 2023 è stato registrato anche un peggioramento dell’indicatore sulla fiducia nel personale sanitario: il 20,1% degli italiani ha assegnato un voto da 0 a 5 ai medici, mentre il 21,3% non ha riconosciuto la sufficienza alle altre figure professionali sanitarie. Percentuali che sono ancora più alte nel Mezzogiorno, dove il 24,2% dei residenti non si fida sufficientemente dei medici e il 26,6% dell’altro personale sanitario. Infine, è tornato ai livelli prepandemici l’emigrazione ospedaliera extra-regione: «Basilicata, Calabria, Campania e Puglia sono le regioni con maggiori flussi in uscita, non compensati da flussi in entrata. In Sicilia e Sardegna, sebbene l’indice di emigrazione ospedaliera sia contenuto, è molto superiore all’indice di immigrazione ospedaliera».
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