Scontro tra Parenzo e Feltri in tv. Il direttore del Giornale: «Basta rompere le palle con l’antifascismo» – Il video
Il refrain nella giornata del 25 aprile, da quando si è insediato il governo Meloni, è sempre lo stesso: perché alcuni esponenti di Fratelli d’Italia faticano a proclamarsi antifascisti? In televisione, i talk show hanno calcato l’argomento. David Parenzo, conduttore de L’aria che tira, ha chiesto un parere a Vittorio Feltri. Il direttore editoriale del Giornale è sembrato infastidito dalla questione: «Non riesco a capire questa storia che uno si debba definire per forza “antifascista”. Naturalmente lo sarei se ci fosse il fascismo, ma mi risulta che il fascismo sia morto 80 anni fa e non c’è più neanche un superstite di quel regime». Per il giornalista, oggi, è inutile «avere come nemico un fascismo che non c’è, è come combattere sul ring con un pugile deceduto» quasi un secolo fa. Definirsi antifascista, per Feltri, è «una perdita di tempo» o peggio «un modo per compiacere quei fessi che vogliono sentire pronunciare quella parola».
«Queste cose a me fanno ridere, quindi non ho nessuna voglia di accordarmi a quelli che continuano a dire che bisogna proclamarsi “antifascisti”». Quando Parenzo ha sottolineato che il 25 aprile si celebra una festa nazionale, ovvero la Liberazione dal nazifascismo, Feltri ha alzato il tono: «Appunto, si chiama festa della Liberazione perché ci siamo liberati da quel nemico che non c’è più, è inutile continuare a rompere le palle» con l’antifascismo. Che, secondo il direttore, ormai «è diventato una mania, uno slogan fastidioso, tedioso. È la festa della Liberazione, non la festa dell’antifascismo». Feltri si è rivolto a Parenzo dicendogli che «non capisce niente». E ha concluso: «Adesso che i fascisti sono tutti morti i fascisti dobbiamo fare la battaglia a persone che si trovano sotto terra, al cimitero? Vergognatevi. Voi siete nemici dei morti e i nemici dei morti sono cretini. Ve la prendete con i morti».
April 26, 2024
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