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Giorgia Meloni si sente sotto assedio, circondata, come se fosse al 41 bis: «Non mi fido più di nessuno. Nemmeno di te»

giorgia meloni sotto assedio 41 bis
giorgia meloni sotto assedio 41 bis
Le parole al direttore di una tv amico. I viaggi cancellati. La trincea di Palazzo Chigi e le uniche due persone che considera ancora vicine

Giorgia Meloni si sente «sotto assedio». Anche «circondata». Come se fosse «al 41 bis», il regime di massima sicurezza dove finiscono mafiosi e terroristi. Proprio per questo dice a un amico direttore tv: «Non mi fido più di nessuno. E forse non dovrei fidarmi neppure di te». Mentre il capo della sua segreteria particolare Patrizia Scurti, finita sui giornali all’epoca della finta telefonata del leader africano in realtà realizzata da due comici russi, cerca di imporre un regime di silenzio anche ai diplomatici. E annulla viaggi di continuo. Questa sera avrebbe dovuto vedere il premier del Regno Unito Rishi Sunak. Poi avrebbe dovuto arrivare in Arabia Saudita. E anche l’inaugurazione di una caserma in Aspromonte è saltata all’ultimo minuto.

Sindrome di accerchiamento

La Stampa fa sapere che nell’occasione della visita con il ministro degli Interni Matteo Piantedosi era stata allertata anche la Rai. La tv pubblica aveva predisposto tutto per il servizio sul posto. Alla fine l’aereo è partito con il codice identificativo della presidenza del Consiglio. Ma senza lei a bordo. Una sindrome di accerchiamento dalla quale sono risparmiati in pochi. Tra queste, oltre a Scurti, c’è il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. Che dalla trincea di Palazzo Chigi continua a movimentare veline per difendere il governo e rintuzzare gli attacchi dell’opposizione. Poi c’è il buio. E oltre la siepe l’incognito. Ad amici e confidenti racconta il suo senso di oppressione. A causa del ruolo, che porta con sé infinite responsabilità. Ma anche delle difficoltà interne con gli alleati. E con il suo partito.

La Giorgia Furiosa

Subito dopo le elezioni Meloni riservava la sua furia agli attacchi che arrivavano dall’estero. Nei confronti della ministra francese Boone parlò di inaccettabili ingerenze contro uno Stato sovrano. Poi, all’epoca della formazione dell’esecutivo, se la prese con i diktat e minacciò il ritorno al voto. Si è arrabbiata anche all’epoca della scorsa edizione del festival di Sanremo, a causa dell’esibizione di Rosa Chemical. Ma gli ultimi strali (privati, privatissimi) li ha riservati a Matteo Salvini. Imputato principale della sconfitta del centrodestra in Sardegna per i voti non arrivati a Paolo Truzzu. Anche se all’epoca fu lei a imporre il candidato poi sconfitto alle urne. Oggi l’imprevedibilità politica del Capitano va a intrecciarsi con i timori sulla legge di bilancio.

I soldi che mancano

L’ultima occasione è stata la storia degli 80 euro in più nella prossima tredicesima. Annunciata come mossa alla Renzi per vincere le elezioni europee e finita con un rinvio in consiglio dei ministri a causa delle scarse coperture. Sul caso Scurati un’altra arrabbiatura ma stavolta proprio con i suoi. Ha telefonato al direttore generale Giampaolo Rossi e a quello degli approfondimenti Paolo Corsini. Poi ha scritto il post in cui ha cercato di mettere una pezza alla censura nei confronti dell’intervento dello scrittore sul 25 aprile. In più si sente «perseguitata» dai cronisti. A causa delle fughe di notizie, per le quali ogni volta imbastisce una caccia alla talpa. L’atmosfera che si respira a Palazzo Chigi è quella di una caccia alle streghe. O ai complotti, come all’epoca della separazione da Andrea Giambruno.

Il fantasma del 2011

Un anno dopo il suo arrivo a Palazzo Chigi era preoccupata per il presunto governo tecnico pronto a sostituirla. Un’altra occasione di rabbia è stata quella del «trappolone» sul Def. All’epoca veniva descritta come «fuori dalla grazia del cielo». All’epoca tornò anche in auge il fantasma del 2011, ovvero la caduta dell’ultimo governo di Silvio Berlusconi sotto la spinta delle istituzioni internazionali (la lettera della Banca Centrale Europea). Ha evocato complotti anche in occasione della storia del dossieraggio nell’inchiesta su Pasquale Striano. Oggi si sente sempre più sola. E domani diventerà ancora più difficile.

Foto copertina da: Huffington Post

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