Vannacci candidato alle Europee: «L’Ue ha bisogno di identità, serve un animale nel simbolo». Scoppia l’ironia social
Non sente la necessità di definirsi antifascista, rivendica di aver detto che Benito Mussolini è stato «un grande statista», crede che l’aborto non sia un diritto e gli studenti a scuola «vanno divisi in base alle loro capacità, disabili compresi». Sono solo alcune delle posizioni del controverso Roberto Vannacci, diventato noto alle cronache dopo lo scandalo suscitano con il suo libro Il mondo al contrario, carico di tesi omofobe e razziste, e ora candidato alle elezioni europee con la Lega di Matteo Salvini. Il vero problema dell’Unione europea, racconta il generale in un’intervista a La Stampa, è «la costruzione di una sua identità».
L’idea provocatoria
Non tanto per questioni sociali o politiche, quanto più – secondo Vannacci – per la mancanza di un simbolo ben preciso. «La bandiera blu con tante stelle che identità vuole rappresentare? Non abbiamo nemmeno un animale a simboleggiarci. La Russia ha l’orso, gli Usa l’aquila. E l’Europa?», dice a colloquio con Federico Capurso. Ha già un’idea su quale animale vorrebbe, ma non vuole ancora rivelarlo. Si ferma a dire che si tratta di un’idea «provocatoria». Intanto, su X questo passaggio inizia a suscitare ilarità. «Io aprirei alle scommesse. Quoto 1/20 Gatto 1/15 Cane (razza a piacere) 1/10 Pesce Ma anche serpenti, uccellini, cavalli, lupi. Colpo di scena: Ape», ironizza un’utente. «Lonfi, minolli e sarchiaponi sono fuori gioco. Aiuta anche tu il generale e proponi il tuo animale simbolo per l’Europa», aggiunge un’altra.
April 27, 2024
April 27, 2024
Dall’aborto all’immigrazione
Quanto al resto, le sue posizioni a tratti estremiste restano ben salde e ora che si affaccia alle Europee non ha alcuna intenzione di fare passi indietro. Quanto ai pro-vita nei consultori si dice senza dubbio favorevole, nonostante esperti del settore la definiscano una mossa crudele e pericolosa. Quanto alla questione migratoria sostiene che, a suo avviso, «c’è un enorme problema di immigrazione clandestina e io non credo nella società multiculturale, perché contraddice l’idea di Patria». Infine, ha idee chiare anche sulla scuola. «Credo che delle classi con “caratteristiche separate” aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare», dichiara.
Le classi separate
Sollecitato sul fatto che rischi di essere una visione discriminatoria, soprattutto se si prendono in considerazione ragazzi e ragazze con disabilità, Vannacci non arretra e risponde: «Non è discriminatorio. Non sono specializzato in disabilità. Un disabile, però, non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei cento metri. Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico», spiega. La stessa cosa vale per la scuola. Chi ha un grave ritardo di apprendimento si sente più o meno discriminato in una classe dove tutti capiscono al volo? Non sono esperto di disabilità, ma sono convinto che la scuola debba essere dura e selettiva, perché così sarà poi la vita», conclude.
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