Il silenzio della ministra della disabilità leghista sul caso Vannacci. Locatelli sotto tiro sui social: «Parla!»
Ha proposto «classi con “caratteristiche separate”» tra studenti «con potenzialità» e disabili, poi ha corretto il tiro e infine liquidato le polemiche come «diatribe» interne al partito. Un partito, la Lega, che si è diviso sulla sua candidatura, fortemente voluta dal leader e vicepremier Matteo Salvini. Le dichiarazioni di Roberto Vannacci non hanno però smesso di creare polemiche e nel mirino dei più critici è finita anche la ministra per la Disabilità Alessandra Locatelli. Non tanto per quello che ha detto, ma proprio per il fatto di aver scelto di rimanere in silenzio. E così sotto ai suoi ultimi post degli eventi a Triuggio e Giussano, in Monza e Brianza, sono comparse decine e decine di commenti che la invitano a prendere una posizione netta contro le parole del generale. «Ha parlato anche del suo oramai collega Vannacci che vuole le classi differenziali per noi persone con disabilità? Ha parlato del fatto che sono illegali da decenni per fortuna?», si legge sotto al post, «la prego di fare chiarezza sulle “classi separate per i disabili” perché io, come tantissimi altri genitori di ragazzi con disabilità siamo veramente sconcertati da queste dichiarazioni», la esortano. «Due parole su Vannacci, candidato leghista, non le ha per i disabili e famiglie che col suo ministero dovrebbe tutelare?», si chiede qualcuno, «non si vergogna lei, ministro per le disabilità, ad essere nello stesso partito di un povero imbecille che i bambini disabili li vorrebbe in classi differenziali?». Tra rabbia, sgomento e delusione, la domanda si ripete uguale: qual è la sua posizione su quanto dichiarato dal militare?
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