«Pistola in pugno con il braccialetto elettronico». Baby Gang viola i domiciliari per aver lanciato in rete il nuovo album e torna in carcere
Il trapper Baby Gang, ovvero Zaccaria Mouhib, è tornato in carcere. A darne notizia è la sua pagina Instagram, gestita dai suoi manager. La terza Corte d’appello di Milano, che dovrà decidere sul processo per la sparatoria che l’ha coinvolto, ha rilevato una violazione degli arresti domiciliari. L’artista si trovava agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico dallo scorso gennaio e con condanne in primo grado a 4 anni e 10 mesi per una rapina e a 5 anni e 2 mesi per una sparatoria nell’estate del 2022. Ma avrebbe violato le prescrizioni dei giudici annunciando sui social la pubblicazione del suo nuovo album. Post che secondo la difesa erano invece stati tutti autorizzati.
Le motivazioni, la difesa
A non andare giù il comunicato fatto dal cantante «con un numero indeterminato di soggetti, pubblicando fotografie si Instagram, ove viene ritratto mentre impugna una pistola che punta verso l’obiettivo, ostentando il braccialetto elettronico». «La superficialità di questa motivazione lascia sbalorditi – ha dichiarato a Milano Today l’avvocato del ragazzo, Niccolò Vecchioni – dal momento che l’account social del cantante è gestito dal suo manager e il materiale pubblicato è stato realizzato in sessioni di lavoro che erano state autorizzate dalla stessa Corte di appello. Un provvedimento sintomo di schizofrenia giudiziaria avverso il quale faremo appello al Tribunale del Riesame».
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