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Caso Balocco, a luglio l’udienza sul ricorso di Chiara Ferragni al Tar. Il Codacons annuncia battaglia: «Smonteremo le tesi difensive»

30 Aprile 2024 - 22:33 Redazione
chiara ferragni pandoro class action
chiara ferragni pandoro class action
L'influencer ha ricevuto una multa di 1 milione di euro dall'Antitrust per presunta pubblicità ingannevole legata alla vendita del pandoro Pink Christmas

Il prossimo 17 luglio, davanti al Tar del Lazio, ci sarà l’udienza di merito per discutere i ricorsi amministrativi proposti da Chiara Ferragni con gli avvocati Giorgio Fraccastoro e Fabio Cintioli sull’ormai noto caso pandoro. Una mossa con cui si chiede di annullare il provvedimento dell’Antitrust risalente allo scorso dicembre, con cui l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inflitto alle società dell’influencer (“Fenice” e “Tbs Crew”) una sanzione di oltre un milione di euro per una presunta pubblicità ingannevole legata alla vendita del pandoro Pink Christmas. Proprio nello stesso giorno, il 17 luglio, ci sarà anche la discussione dell’ulteriore ricorso che per la stessa vicenda ha proposto anche la società Balocco, sanzionata con 420mila euro.

Il Codacons annuncia battaglia

E in quella sede, interverrà anche il Codacons: lo ha annunciato la stessa associazione con una nota. L’intervento del Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori al Tar ha un obiettivo preciso: contestare punto per punto le istanze della Ferragni e dell’azienda dolciaria. E «smontare le tesi difensive che vorrebbero scaricare ogni responsabilità sui consumatori che hanno acquistato il prodotto e che, come più volte ripetuto dalla stessa Ferragni, avrebbero frainteso i messaggi lanciati dall’influencer e dall’azienda». «Chiederemo ai giudici amministrativi – preannuncia il presidente Carlo Rienzi – di confermare la sanzione dell’Antitrust e rigettare tutte le richieste della Ferragni e di Balocco, forti della recente sentenza del Tribunale di Torino che ha confermato gli illeciti già sanzionati dall’Autorità per la concorrenza».

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