Concessioni balneari, lo stop del Consiglio di Stato alle deroghe: «Subito le gare»
Le proroghe volute dal governo alle concessioni balneari vanno immediatamente disapplicate e i Comuni devono mettere quanto prima a gara le spiagge. Il Consiglio di Stato, con la sentenza 03940/2024, pubblicata oggi e decisa dalla VII sezione il 12 marzo, stabilisce che il termine ultimo della deroga è quello del 31 dicembre scorso, 2023, e si appella ai «ai principi della Corte di Giustizia Ue» affinché venga data applicazione «alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale». La decisone dei giudici arriva sul ricorso del 2023 di un proprietario di uno stabilimento balneare a Rapallo, in provincia di Genova. Il governo Meloni a gennaio aveva inviato una lettera alla Commissione Europea per spiegare i motivi del rinvio dell’applicazione della direttiva Bolkestein, che impone le gare pubbliche sulle concessioni di demanio marittimo, e la necessità di completare la mappatura delle spiagge italiane. Nella lettera l’esecutivo sosteneva anche che la spiaggia non è un bene scarso, un punto sul quale il Consiglio di Stato ha deliberato in maniera opposta. «Si tratta di meri assunti, sforniti di prova, in quanto la risorsa è sicuramente scarsa, come questo Consiglio di Stato ha già chiarito nell’adunanza plenaria», scrive nelle motivazioni, «e la presenza o l’assenza dell’interesse transfrontaliero non dipende certo dalla mera – peraltro solo affermata – limitata rilevanza della concessione economica». Come ribadito nei giorni scorsi dalla ministra del Turismo Santanché, fonti di Fratelli d’Italia fanno sapere che la mappatura «è frutto di un lavoro serio che ha visto coinvolti tutti i ministeri competenti. I risultati di tale lavoro sono oggetto dell’interlocuzione in corso tra il governo e la Commissione europea, volto a superare la procedura di infrazione e a definire una norma di riordino dell’intero settore che dia certezza agli operatori e alle amministrazioni locali». Il presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe Confcommercio (Sib), Antonio Capacchione, sostiene che la sentenza del Consiglio conferma che l’«assenza della previsione dell’indennizzo per gli attuali concessionari impedisce la messa a gara delle concessioni demaniali marittime vigenti».
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