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Ecco perché il Mossad non ha minacciato gli studenti pro Palestina con il riconoscimento facciale

30 Aprile 2024 - 09:02 Fabio Verrecchia
L'account che ha pubblicato la "minaccia" non è quello ufficiale dell'agenzia di intelligence israeliana

Su Facebook circola uno screenshot di un tweet, apparentemente pubblicato dall’account “ufficiale” del Mossad, che minaccia di limitare le opportunità lavorative degli studenti coinvolti nelle proteste pro palestinesi nei campus universitari. In che modo?Identificandoli attraverso un presunto sistema di riconoscimento facciale. È fondamentale sottolineare, però, che l’account “Mossad Commentary” non rappresenta l’agenzia di intelligence israeliana. Inoltre, è noto per la diffusione di informazioni fuorvianti relative al conflitto israelo-palestinese.

Per chi ha fretta

  • Il tweet è autentico ed è stato pubblicato il 22 aprile 2024 da “Mossad Commentary”, un account che non rappresenta l’agenzia nazionale di intelligence israeliana. Si tratta di un account falso, noto per la diffusione di notizie fuorvianti, già smascherato da un giornalista della BBC nel 2023.
  • L’unico account X ufficiale del Mossad è “Mossad Career” che risulta inattivo dal 2020. 
  • Non esistono prove concrete che il Mossad abbia utilizzato tecnologie di riconoscimento facciale nelle università americane per schedare gli studenti filo-palestinesi.

Analisi

Ecco l’esempio di un testo pubblicato su facebook che accompagna lo screenshot del tweet in questione:

Il servizio di intelligence di un governo straniero osa minacciare gli studenti americani che partecipano alle proteste negli USA contro il genocidio di Israele a Gaza. Attualmente gli agenti del Mossad utilizzano la tecnologia di riconoscimento facciale per sorvegliare gli studenti manifestanti negli Stati Uniti o sono agenti sotto copertura degli Stati Uniti? L’intelligence israeliana sta collaborando con l’FBI, la polizia di New York o altre agenzie governative statunitensi per minacciare le lauree e il futuro impiego di studenti in protesta?

Quando diciamo che la solidarietà palestinese è legata alla Carta dei Diritti degli Stati Uniti, non stiamo fischiando dixie.

(La foto è lo screenshot del post X del Mossad)

Il testo tradotto in italiano è il seguente:

“Il riconoscimento facciale può determinare se hai partecipato alle proteste pro Palestina nelle università. Il tuo lavoro e le tue lauree non avranno valore. Le tue opportunità di assunzione saranno limitate.”

Il tweet e la relativa traduzione circolano tra gli account italiani:

Capito? Il Mossad dice che con il riconoscimento facciale rilevano chi protesta per Hamas. Soprattutto così limitano il tuo lavoro o laurea. Poi limitano le tue nuove assunzioni.

Il tweet viene diffuso anche attraverso Instagram con la seguente grafica:

Il tweet è stato pubblicato da un falso account del Mossad

Il tweet del 22 aprile 2024, la cui schermata è stata condivisa da alcuni utenti su Facebook, proviene dall’account “Mossad Commentary”. Nonostante presenti il logo ufficiale del Mossad e la spunta blu di verifica, non è un canale ufficiale dell’agenzia nazionale di intelligence israeliana. In realtà, è noto per la diffusione di informazioni ingannevoli riguardanti soprattutto il conflitto israelo-palestinese. Già nell’ottobre del 2023, un fact-checker della BBC aveva rivelato la natura non ufficiale di questo account, che all’epoca si chiamava “Israel Mossad”.

Il vero account ufficiale dell’intelligence israeliana presente su X è Mossad Career, che risulta inattivo da settembre 2020.

Canary Mission: la black list dei filo-palestinesi

La Canary Mission è un’organizzazione filo-israeliana che dal 2014 gestisce un sito, noto per raccogliere e divulgare informazioni dettagliate su studenti, professori e organizzazioni, principalmente in Nord America, accusati di diffondere odio contro gli Stati Uniti, Israele e le comunità ebraiche. Le informazioni personali vengono estrapolate dai social media, sono pubblicamente accessibili e vanno a formare una sorta di “lista nera” di individui etichettati come anti-israeliani o anti-semiti.

Secondo alcune fonti, il database di Canary Mission sarebbe stato utilizzato in passato da funzionari israeliani e della sicurezza di frontiera per interrogare e talvolta negare l’ingresso a cittadini americani sostenitori del movimento anti-israeliano BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni), pratiche che hanno sollevato questioni etiche riguardo alla privacy e alla libertà di espressione.

In ogni caso, le attività condotte da Canary Mission sono svolte autonomamente e non sono collegate al Mossad o ad altre agenzie governative israeliane.

L’utilizzo reale del sistema di riconoscimento facciale da parte di Israele

Non ci sono evidenze che confermino l’uso da parte del Mossad di tecnologie di riconoscimento facciale nelle università per “schedare” gli studenti filo-palestinesi. Tuttavia, tali strumenti di identificazione sarebbero effettivamente impiegati nella Striscia di Gaza dopo l’incursione transfrontaliera di Hamas del 7 ottobre, come evidenziato in un recente articolo del New York Times. Il programma, gestito dall’unità di intelligence militare israeliana, che include la divisione di cyber-intelligence Unità 8200, si avvale della tecnologia fornita da Corsight, un’azienda privata israeliana. Secondo quanto riportato da ufficiali dell’intelligence israeliana, gli obiettivi principali del programma includono la localizzazione di ostaggi israeliani e la cattura di combattenti di Hamas per interrogatori successivi.

Conclusioni

Il tweet in questione, diffuso su Facebook, proviene da un account non ufficiale del Mossad. È vero che esiste un database contenente nomi di studenti e professori universitari statunitensi accusati di essere pro Palestina (o pro Hamas) e antisemiti, ma queste informazioni sono riportate su un sito gestito da un’organizzazione indipendente, non affiliata al Mossad o ad altre agenzie di intelligence israeliane. Non ci sono prove concrete sull’utilizzo del riconoscimento facciale da parte del Mossad nelle università per monitorare i sostenitori della causa palestinese. Tuttavia, come riportato dal New York Times, Israele utilizzerebbe tali tecnologie nella Striscia di Gaza per localizzare ostaggi israeliani e combattenti di Hamas, in seguito all’incursione transfrontaliera avvenuta il 7 ottobre 2023.

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