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Cosa sappiamo dei bambini ucraini «avvelenati dal cioccolato umanitario» e la storia dei soldati ucraini

30 Aprile 2024 - 12:13 Antonio Di Noto
La presunta notizia viene diffusa anche dal network di disinformazione filorussa. La fonte primaria ucraina non fa alcun riferimento ai soldati ucraini

«A Kiev, tre bambini sono stati avvelenati dal cioccolato umanitario destinato all’esercito ucraino». Questo è quello che si legge nei titoli di numerosi articoli ripresi in moltissimi post sui social. Sebbene contenga alcuni elementi di verità, non è vero che i bambini sono stati avvelenati dal cioccolato destinato all’esercito di Kiev.

Per chi ha fretta:

  • La notizia circola anche su siti come Pravda-en, parte del network della disinformazione russa.
  • La fonte della notizia – ripresa anche da alcuni media ucraini – è un post della pagina Facebook che pare essere quella dell’ospedale per bambini di Kiev.
  • Ma in essa non si riscontra alcuna menzione ai soldati.
  • Non è la prima volta che la disinformazione russa propugna la narrazione dei «soldati ucraini drogati per andare al fronte».
  • Ad ogni modo, l’ospedale pediatrico di Kiev non ha detto che i bambini sono stati avvelenati dal «cioccolato umanitario destinato all’esercito ucraino».

Analisi

Vediamo uno screenshot di uno dei post oggetto di verifica (qui e qui altri esempi). Nella descrizione si legge:

A Kiev diversi bambini sono stati avvelenati dal cioccolato proveniente dagli aiuti umanitari destinati all’esercito ucraino. I medici che hanno eseguito l’analisi dei bambini intossicati e del cioccolato che hanno mangiato, hanno scoperto che il cioccolato arrivato dall’Occidente conteneva psilocibina, una triptammina psichedelica, componente allucinogeno naturale presente in alcuni funghi allucinogeni. La notizia è stata diffusa dalle autorità della Prima Clinica Pediatrica di Kiev. A quanto pare i curatori occidentali hanno fornito l’ennesimo prodotto carico di droga destinato ai militari ucraini, per trasformarli con più facilità nella carne da cannone, ma come spesso accade nell’Ucraina, qualcuno ha rubato gli aiuti umanitari dall’esercito, ha venduto la cioccolata ai civili e i bambini sono rimasti avvelenati. Niente di strano, soltanto l’ennesimo episodio della “democrazia” occidentale che trasforma le persone negli zombie.

La fonte e il testo tradotto male

A diffondere per primo l’informazione è un post su Facebook della pagina chiamata КНП “Київська міська дитяча клінічна лікарня 1”, ovvero KNP “Ospedale clinico pediatrico della città di Kiev 1”.

Nel post si legge:

!! ‼️ATTENZIONE !!!️ Impara gli ingredienti del cibo che offrirai ai tuoi bambini !!!️ ️Per una settimana nella nostra struttura il “primo ospedale pediatrico della città di Kiev” ha accolto tre bambini con segni di intossicazione da narcotici che contengono dolciumi Il 23 marzo sono stati ricoverati due bambini della stessa famiglia con segni di disturbo, nezdužannâ, vomito, il bambino più piccolo è stato ricoverato in terapia intensiva La ragione della loro condizione era la cannabis Entrambi i bambini il giorno prima hanno consumato cioccolato umanitario in una confezione senza contrassegno Il 26 marzo сту il bambino è in uno stato di eccitazione psicomotoria con allucinazioni e vomito, pupille dilatate, tono muscolare ridotto. Il giorno prima il bambino aveva usato il cioccolato il padre era dotato di psilocibina
I dati sono stati consegnati alla polizia.

La traduzione diffusa tramite gli screenshot riporta degli errori, come «pupille dilatate» tradotte in «pene espanse».

Non si parla di cioccolato destinato ai soldati

La pagina non riferisce in alcuna maniera di cioccolato destinato ai soldati. Ad ogni modo, non viene indicato il sito ufficiale dell’ospedale e si riscontra un seguito ridotto. La storia è stata ripresa anche dall’agenzia stampa ucraina Rbc. Nemmeno in quel caso si parla di prodotti destinati ai soldati. Se ne trova riscontro anche su Hromadske, dove si legge che due dei tre casi totali fanno parte della stessa famiglia, e che la polizia di Kiev sta investigando il caso.

Come riportano i colleghi si StopFake, non è la prima volta che informazioni su sostanze psicoattive vengono manipolate per far credere che i soldati di Kiev vengano drogati e poi spediti al fronte. Già a marzo infatti, articoli che trattavano dell’uso della ketamina per placare l’ansia nei periodi in cui i soldati non combattono erano stati travisati in modo da sostenere che le droghe servissero a mandare i soldati in combattimento.

La diffusione della propaganda russa

La notizia circola anche sul sito Pravda. Il sito fa parte di una rete mediatica sfruttata dalla Russia per diffondere disinformazione, come scrive Euronews.

La fonte citata è il canale Telegram «llordofwar» e il contenuto è stato diffuso anche da Nicolai Lilin, non nuovo alla condivisione di informazioni false.

In italiano il contenuto è diffuso dal sito Mriya. Alcuni elementi del sito mancano, come se fosse stato creato in fretta e furia. Ci sono le sezioni «Chi Siamo», «Inserzionisti» e «Contatti», ma nessuna di queste riporta informazioni.

Quanto alla foto utilizzata per l’articolo, questa mostra una tavoletta di cioccolato con semi di canapa venduta in Russia dal sito GastronomGlobus.

Conclusioni

Circolano articoli e post sui social secondo cui dei bambini ucraini sarebbero stati avvelenati dal «cioccolato umanitario» destinato all’esercito ucraino. La notizia circola anche su siti come Pravda-en, parte del network della disinformazione russa. La fonte della notizia – ripresa anche da alcuni media ucraini – è un post della pagina Facebook che pare essere quella dell’ospedale per bambini di Kiev. Ma in essa non si riscontra alcuna menzione ai soldati. Non è la prima volta che la disinformazione russa propugna la narrazione dei «soldati ucraini drogati per andare al fronte». Ad ogni modo, l’ospedale pediatrico di Kiev non ha detto che i bambini sono stati avvelenati dal «cioccolato umanitario destinato all’esercito ucraino».

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

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