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Georgia, la legge sugli «agenti stranieri» a un passo dal via libera definitivo: nuovo sì in Parlamento nonostante le proteste

Approvata anche in seconda lettura la norma contestata dall'Ue contro ong finanziate dall'estero: resta solo un ultimo passaggio (ma lo scoglio del presidente)

L’iter per l’approvazione della proposta di legge sugli «agenti stranieri» in Georgia sta giungendo al termine. Il parlamento ha approvato oggi in seconda lettura la controversa normativa ribattezzata “legge russa” poiché considerata da più parti molto simile a quella in vigore a Mosca. Manca, però, un’ultima votazione, ovvero la terza, per l’entrata in vigore (benché vi sia la possibilità, già annunciata negli scorsi mesi, che la presidente georgiana, Salome Zourabichvili, metta il veto, che potrebbe essere però aggirato nel caso in cui si riuscisse a raccogliere la maggioranza assoluta in Parlamento). Il partito al potere “Sogno georgiano”, che ha promosso il disegno, vuole adottare definitivamente il testo entro metà maggio, nonostante tre settimane di mobilitazione di piazza degli oppositori e i moniti dell’Ue poiché la sua approvazione finale allontanerebbe la Georgia dal suo percorso di integrazione europea iniziato a dicembre dello scorso anno. Il disegno di legge, approvato in prima lettura il 17 aprile scorso, prevede che tutti quegli enti – tra cui mezzi d’informazione e organizzazioni non governative – che ricevono più del 20 per cento dei loro fondi da istituzioni straniere debbano registrarsi come «organizzazioni portatrici degli interessi di una potenza straniera». Tale definizione li costringerebbe, inoltre, a condividere informazioni riservate, pena sanzioni fino a circa diecimila dollari. Per le forze d’opposizione e i manifestanti, la proposta ricalcherebbe quella adottata da Mosca nel 2012 per reprimere il dissenso e ostacolare il lavoro dei media. Per il governo della Georgia è, invece, uno strumento necessario per la salvaguardia della sovranità nazionale.

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